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Vecchio 04-10-2007, 10.08.12   #11
Uno
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Condivido tutto quello che avete scritto ma alla ragione (quella che va convinta per iniziare) manca quel quid che le permette di afferrare il senso della costanza.

Questa costanza è necessaria (e a volte spinge da se) in quasi tutto quello che facciamo, i famosi cicli, ritmi...
Proviamo a vederne il meccanismo assumendo un medicinale: "signora deve prendere questa pastiglia ogni 6 ore". Vi siete mai chiesti perchè 6 ore e non 4 o 7?
Perchè la pastiglia (teoricamente secondo le sperimentazioni) contiene la massima sostanza chimica (un pò meno della massima per la sicurezza) che può agire nel nostro organismo per una determinata patologia, massima rimanendo al di sotto quindi di una possibile intossicazione e/o di scarti per varie vie di qualcosa in più.
Che questo poi non accada sempre è un'altro discorso, le medicine andrebbero dosate precisamente persona per persona ma non è questa la discussione per vedere tale discorso.
Quindi assumiamo il massimo possibile che poi in base a sperimentazioni il corpo smaltirà nelle famose 4,5,6 ore (esempi), per smaltirà intendo che comunque non avrà più a sufficienza sostanze chimiche di tali principi all'interno.
Quindi le tot ore sono il tempo in cui sperimentalmente non si supera una concentrazione inefficace e magari dannosa o nel migliore dei casi sprecata, ma non si rilascia l'organismo tornare completamente senza tale copertura, onde evitare che si rinforzi il focolaio della malattia.

Questo accade in via naturalle per molte cose.... espiro e sto il giusto tempo/ciclo con i polmoni vuoti per tutti i miei processini chimici della respirazione poi si riempiono: inspiro al momento giusto di non avere mancanza di aria ma allo stesso tempo che siano finiti quei processi che dicevo...
Mangio (dovrei) quando ciò che ho nello stomaco non basta più per sostentarmi
etc etc....


Quindi trasportiamo il tutto alle pratiche spirtuali:

In un certo senso si può dire che combatto alcune abitudini e condizionamenti con un'abitudine che io decido.... ogni giorno mi metto a fare ciò che il punto del mio percorso prevede, perchè in quel sacro momento si spezzino tutte le cose che quotidianamente mi rendono meccanicamente un robot.
Farlo con alcune costanti rafforza questo momento, il primo giorno anche 5 minuti possono essere pesanti se un certo esercizio non ci attira, dopo una settimana se ci abbiamo messo impegno diventa un rito di cui sentiamo bisogno.
Considerazioni più o meno simili valgono per il luogo che volenti o no si impregnerà del nostro vissuto... anche senza scomodare energie (che pur esistono) che attiriamo allontaniamo in ogni cosa che facciamo anche il semplice vedere, annusare... percepire lo stesso ambiente quanto meno non è fonte di distrazione, inoltre come quando entrando in una chiesa con una certa predisposizione si percepisce un movimento interiore, appena ci si colloca nel proprio laboratorio di sperimentazione interiore l'organismo si predispone.

Questo lungo e probabilmente noioso, per molti, post apre molti fronti apparentemente contraddittori, sicuramente molti non capiranno perchè combattere delle abitudini con altre abitudini, tanto per fare un esempio.
Non è questa la sede, in questa sezione ci limitiamo "solo" a vedere dei metodi non a discutere su presunte limitazioni viste solo mentalmente (nel senso più cervellotico)... ma giusto per accennare, qualsiasi cosa spontanea deve passare per il processo non-lo-faccio>abitudine>spontaneo sono variabili i tempi e le intensità delle tre fasi ma esistono sempre tutte e tre
Il famoso bambino che nasce non respira spontaneamente prima dello schiaffetto, questo schiaffetto catalizza il processo, il primo respiro diventa un'abitudine, al secondo non possiamo farne a meno e la respirazione diventa spontanea.


Quando i processi diventano spontanei i discorsi cambiano... ma adesso a noi non interessa questa parte....
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