Discussione: Equità nella realtà
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Vecchio 18-10-2010, 17.22.59   #2
Uno
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Il fulcro della questione è nella parola "nasce".
Se consideriamo un qualcosa che nasce avulso da qualsiasi precedente e/o causa allora si il tuo ragionamento fila.
Io sono nato così praticamente per caso, tu idem e uguale chi sta meglio e peggio di noi.
Se invece consideriamo <mai nato - mai morto> e <nascita - morte>
due facce della stessa medaglia con una rappresentazione diversa, allora esiste comunque un continuo anche se ogni capitolo è a se stante.
Non sto parlando, prima che qualcuno faccia l'accostamento, di quello che gira oggi con reincarnazione.

Però è inevitabile pensare all'universo come un'infinita scacchiera in cui ogni pezzo assume alla nascita la sola ed unica posizione che in quel momento può avere. Se la cosa fosse casuale io potrei essere al tuo posto e viceversa, eppure quando si analizza una vita abbastanza in profondità si vede che perchè quella vita sia così com'è necessita di una specifica e non sostituibile persona (intesa qui sia come maschera che come individuo) e non solo... necessita pure di tutto l'insostituibile contorno di altre persone.

Ora potremmo disquisire su quale delle due è la conseguenza e quale la causa.
Potremmo, per esempio pensare che quell'ambiente forma quella persona, il che è anche vero, ma non è tutta la verità visto che quell'ambiente è formato da altre persone e se tutte sono formate dall'ambiente ed esse non formano l'ambiente allora chi forma l'ambiente?
Potremmo considerare un Dio burattinaio, ma se così fosse, tornando alla questione iniziale, perchè ci dovrebbe lasciar liberi di passare di piano a volontà (intendo facilmente, casualmente etc..) se in realtà ci crea tutto l'ambiente?

Ho volutamente non sintetizzato, altrimenti con due parole avrei potuto scrivere la stessa cosa.
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