Discussione: Equità nella realtà
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Vecchio 20-10-2010, 11.16.45   #4
Uno
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Originalmente inviato da Enoch Visualizza messaggio
Non essendo in grado di capire o di percepire coscientemente questo continuum di cui tu parli, per il mio limitato essere questo è l'unico ragionamento possibile.
La tua per ora rimane solo come una ipotesi non verificata che secondo me andrebbe spiegata maggiormente.
Spiegata maggiormente può essere (o elaborata autonomamente) ma non verificata no.

Ok, cerchiamo di lavorarci insieme prendendo, almeno per ora, dati di fatto concreti e almeno razionalmente verificabili.


Punto primo, stabiliamo che livelli evolutivi a diverse altezze pur potendosi distinguere hanno comunque un certo gradi di permeabilità, altrimenti noi non potremmo avere nessuna coscienza neanche di livelli contigui al nostro.

Punto secondo senza prendere in considerazione aspetti più o meno astratti, senza parlare di Spirito ed Anima etc... valutiamo i processi vitali di qualsiasi forma di vita, anche quelle che non consideriamo propriamente vita.

Io Uno che in questo momento vivo ed esisto, sto producendo delle cose, dalle più materiali alle più rarefatte che per rimanere nel razionale limitiamo al pensiero.
Possiamo dire che comunque, nel bene e nel male alla mia morte quello che io ho fatto influenzerà, in una catena di cause ed effetti, altro che verrà, altro che magari oggi ancora non esiste in una certa forma.
Questa influenza può essere più o meno forte, più o meno duratura, più o meno incisiva e preponderante rispetto ad altre influenze, ma alla fin fine anche la sua eventuale assenza e le sue lacune determineranno delle cose nel futuro.

Quindi comprenderai che pur senza toccare discorsi strani (tipo il concetto che gira oggi di reincarnazione) possiamo vedere che esiste un continuo tra le vite. Questo approccio che a qualcuno potrebbe sembrare troppo razionale, in realtà illustra meglio il vero concetto di reincarnazione, o meglio con la traduzione corretta di rinascita.

Pur non parlando di un IO che si reincarna, possiamo valutare anche razionalmente e dai dati di fatto che comunque l'essenza di una vita si trasforma e da vita a nuove forme, in una semplice catena di cause ed effetti.

Se mettiamo in relazione i due punti (la parziale permeabilità degli strati evolutivi e l'essenza qui descritta) possiamo pensare senza tanti voli pindarici che in un continuo di vita un individuo nasce in un determinato gradino, con determinate caratteristiche, perchè quello è il suo posto, e non per casualità.


So di non aver toccato molti punti, ma ritengo che come punto di partenza dovrebbe essere sufficiente per approfondire discutendone.
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