Discussione: L'attesa
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Vecchio 30-09-2010, 22.04.58   #9
diamantea
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Oggi mi sento ripresa quasi del tutto, via i dolori, via il sonno.
Sono sveglia e all'erta. Ho digerito un macigno.
Mi sembra di essere uscita dal limbo.

Ieri mio figlio minore ha parlato con suo padre per chiarimenti e altro. Ora è nervoso, si sente insicuro, non sa bene come elaborare, quindi per forza maggiore devo rientrare in me riprendere la mia grinta e dare molta sicurezza e soluzioni alternative.
Potevo aspettare ancora prima di informarli ma perchè devo macinarmi solo io dentro? Anche lui visto che è l'artefice di tanta sofferenza e insicurezza deve ora dare spiegazioni ai figli, deve prendersi la responsabilità delle sue decisioni e affrontare gli sguardi indignati e feriti dei ragazzi, il loro risentimento. Fin ora ho fatto da parafulmine perchè erano piccoli ma ora sono grandi, maggiorenni, chiamati in causa direttamente nelle conseguenze delle sue azioni.
E' giusto che sappiano come stanno le cose e affrontino il padre come forse doveva esser fatto prima, quando ha dato la sua parola e poi se l'è rimangiata.
Lui ha sempre fatto la vittima, dipingendomi come il suo carnefice ma ormai non è più credibile, i ragazzi constatano da soli la verità.

Non voglio abrutirmi con il risentimento ma nemmeno arrendermi con facilità. Le cose vanno come devono andare mi ripete mia madre.

"Lo scopriremo solo vivendo" diceva una canzone di Battisti.
Ho deciso di voler vivere pienamente durante questa attesa, poi si vedrà, affronterò una cosa per volta.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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