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Vecchio 17-03-2011, 17.16.49   #436
Astral
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Originalmente inviato da Faltea Visualizza messaggio
Diam ha colto nel segno, da dipendente è normale essere "contro" il datore (se mi si passa il termine) ma da impiegata vedo i costi che l'azienda sostiene. Per non parlare dell'eventualità di assumere una persona con poca voglia di lavorare, poca produzione, poche entrate, di conseguenza solo costi, basta un dipendente così per mettere in ginocchio un'azienda.
Astral tanti immigrati sono entrati perché gli intaliani non volevano più fare certi lavori (quelli appunto di cui parli) ora è tardi per dire che li facciamo noi (anche se a ben capire quello che dici, non li vuole fare nessuno).
Parli di cultura dei muratori, idraulici, elettricisti...
Verissimo, purtroppo non ne hanno molta. Ma oggi con tutti i mezzi che ci sono la cultura se vuoi te la fai fuori da scuola.
Ovvio che un'avvocato prende di più, ma l'idraulico che lavora da me prende 1400 € l'idaulico capo squadra 1000 di più. Se vali ti pagano. Cultura o meno.
I nonni la chiamavano Arte...
Vista la situazione in cui versa l'italia (non solo crisi, ma anche mangia-mangia, politici fusi, governo instabile) starei con i piedi per terra.
Si punta in alto quando si può, io non posso farmi un mutuo per comperare casa, me ne sto in affitto...
La casa di proprietà non è un diritto è una conquista.
Hai diritto ad una vita dignitosa. Ma sei tu che te la crei, il resto sono scuse.


Non siamo proprio ot... siamo sul filo de rasoio
Tutti imprenditori qui su Ermopoli

Non sono molto daccordo sull'emigrazione. Essa è servita, nella maggiorparte dei casi per prendere personale a basso costo da imprese edili, per avere manodopera gratuita nella criminalità organizzata.
E' documentato che c'hanno guadagnato le imprese a discapito degli italiani dipendenti e non.
Lavorare 12 ore per 500 euro non è umano, loro lo fanno perchè non poche volta hanno giri dietro. Senza contare purtroppo molto donne addestrate egreggiamente per spillare i quadrini facendo il mestiere più antico del mondo. C'è anche un emigrazione che porta ricchezza, ma non è stato il caso dell' Italia.
In alcuni casi gli danno le case, e c'è gente che in Abruzzo le sta ancora aspettando...

Io ho fatto lavori che fanno loro e ti devo dire che sono inaccettabili. Tra di loro qualcuno mi ha risposto che avevo studiato e che questo non era lavoro per italiano.
L'immigrazione a portato alla rovina, anche perchè molti soldi guadagnati non vengono speso qui, ma mandati alle famiglie. Infatti paesi come la polonia hanno avuto una ripresa... noi invece...
Io non parlo perchè sono stato dipendente (ora cmq sono libero professionista) ma perchè ho avuto un padre commercialista, zii imprenditori, e almeno parlando della mia città ho notato questo sfruttamento ed evasioni fiscali da parte dell'imprenditoria a non finire.

Se le piccole imprese hanno difficoltà tutta la mia umana comprensione se non possono assumere nessuno. Ma l'approfittarsi è un discorso diverso...
Il discorso dell'affitto varrebbe se i prezzi fossero bassi, ma quando ti sparano dai 600 agli 800 euro d'affitto, se ci pensi è una rata di un mutuo. Qui gli affitti stanno cosi (in periferia) al centro sono anche più cari. Senza contare che casa non è tua e che da un momento all'altro puoi essere buttato fuori con niente...

Forse ogni città è diversa (anche se avendo amici da altre parte non mi dicono che la cosa è molto migliore).

Li trovo un po' luoghi comuni superati che chi vuole lavoro, che basta adattarsi, che vogliono fare tutti l'impiegato comunale o vogliono il posto fisso.
Puoi essere bravo quanto ti pare, se c'è poco lavoro non servi. Ho citato l'esempio del cameriere per far capire che non sto parlando di precarietà nei posti fissi.

Hai ragione sulla situazione dell'Italia, infatti sono i politici che devono andare a casa, come succede in ogni altro paese civile, e non gli italiani che si devono adattare.
Questo può essere fatto ora, spero che non si debba arrivare ad un punto limite come in Egitto ed in Libia.

La cultura non è soltanto un fatto di aver studiato ed essere abili nel proprio mestiere. E' un concetto più ampio: significa non cedere, e non essere vittime di certi meccanismi che ci fanno sentire inutile o superbi se non abbiamo o rifiutiamo un lavoro non dignitoso.

La conoscenza è la possibile di scelta. Se io non conosco sarò sempre vittima e succube di una persona, di un professionista, di un sistema, conoscere significa poter scegliere.
In un paese dove ci vogliono tutti villici e se non facciamo cosi, ci sarà qualcun'altro che lo farà al posto nostro, è la rappresentazione di una dittatura velata, il proseguo "civile" della classe dirigente del fascismo che non è stata debellata, ma ha continuato a sviluppare sempre maggiori tecniche di controllo sulle masse.

E dai discorsi che sento in giro... vedo che ha fatto un ottimo lavoro.
Io un mio percorso personale per guadagnare e vivere ce l'ho, ma non è che posso pensare solo a me stesso, siamo un paese, e questo significa che i disagi dei vecchi si ripercuoteranno sui giovani e viceversa.

Sentire l'opinione di chi frequenta ed informato un po' almeno in questo settore, è un'opportunità di ricchezza per questa discussione. Poi ognuno è libero di credere, e rimanere delle proprie idee.

O ci mettiamo in testa che siamo uno Stato e quindi ci deve essere una casa, una pensione, un lavoro, dei diritti per tutti.
Oppure se questo Stato non c'è, si cominciano a non pagare le tasse, e farci giustizia da soli (cosa che già succede).

e mia nonna che voleva la monarchia
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