Discussione: rassegnazione
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Vecchio 13-02-2010, 13.07.43   #48
Sole
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Ma mi interessa stabilire se nel processo di accettazione di una novità/cambiamento si debba per forza passare per la rassegnazione, magari senza accenderla o se si possa invece percorrere altre strade (se ho centrato il problema in discussione).
Non è detto. Se passo per la rassegnazione è perchè c'è un'opposizione da parte mia alla novità, ma non è detto che ci debba essere per forza. Lo si è detto già sopra. Per cui il cambiamento potrebbe non necessariamente farmi partire il processo di opposizione.

La rassegnazione si rende necessaria, anche per quel millesimo di secondo, qualora non si possa vivere con distacco gli eventi che accadono.

Anche in questo senso si può intendere dirigere la volontà, cioè nel non oppormi.
Se la rassegnazione, da ciò che vien fuori dalla discussione e che condivido, è un modo per mollare e mettersi dalla parte dell'osservatore imparziale di modo da poter comprendere ed accettare (l'accettazione comporta comprensione che comporta sofferenza, perchè bisogna rassegnare le idee preconcette, spesso), chi vive "schivando gli eventi" o "cavalcando l'onda" non ha bisogno di mettersi nella condizione di .. ma è in una condizione di favore sempre, non è il soldato che sono i rassegnati ma semmai rassegna, è il generale.
In un certo senso se quello che dici tu è che il rassegnato è costantemente in una situazione di rassegn-azione vuol dire che è sempre in attenzione e non ha bisogno di un'evento esterno.
Allora, per rimettere insieme ciò che sto dicendo che temo sia esposto poco chiaramente, trovo vero ciò che dici se lo vedi come una situazione di costante osservazione, non lo trovo più vero se lo vedi come un passaggi necessario all'accettazione.
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