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Vecchio 13-12-2010, 00.25.30   #1
Ray
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Predefinito R. Steiner e l'Antroposofia

Più volte, negli anni, è stata rilevata la mancanza in forum di un'esposizione dell'Antroposofia di Steiner sufficientemente organica da poter essere commentata e confrontata con gli altri sistemi di cui ci siamo occupati. E, di conseguenza, più volte mi è venuta voglia di farlo. Tutte queste volte ho desistito per vari motivi... in minor parte per la mia parziale conoscenza di questa disciplina (fatto che non ci ha impedito in passato di esporne altre) e in maggior parte per la sua grande complessità e dimensione.
Stavolta ho deciso di provarci perchè non son riuscito di nuovo a cacciar giù nel gozzo il desiderio di approfondire alcuni temi trattati specificatramente da questa disciplina, cosa che spero di fare anche uscendo tranquillamente dai suoi limiti.
Non so come verrà e in effetti conto sul vostro aiuto, fosse anche solo correttivo (ma spero di più). Nel senso che ritengo qui ci sia più di qualcUno che è in grado, se non altro, di rilevare incongruenze in ciò che dico (incongruenze che possono derivare dal mio mal riportare o anche dai contenuti stessi) e di sollevare questioni centrali.

Come ho detto l'antroposofia è enorme, così come è enorme la quantità di scritti lasciati da Steiner, i quali per altro spaziano in molti campi ai quali, applicando le conoscenze di cui disponeva, ha apportato indubbio giovamento. Però qui vorrei occuparmi esclusivamente dei principi di base inerenti la dottrina "esoterica", poi semmai...

Il testo base da lui indicato a questo scopo è "La scienza occulta nelle sue linee generali" (Compralo su Webster QUI e aiuterai Ermopoli Compralo su Webster QUI e aiuterai Ermopoli Compralo su Bol clicca QUI e aiuterai Ermopoli) ed è su questo che mi baserò per i contenuti di base (poi per gli approfonimenti si spazia dove ci pare).

Nella primissima parte del libro, direi introduttiva, Steiner espone le ragioni per le quali ha scelto di utilizzare i termini "scienza" e "occulta"... ragioni che si rifanno al suo tentativo di imprimere a questi argomenti un taglio razionale e di conferire loro (o di restituire) la dignità di scienza, lasciando intendere per altro che è quella moderna spesso ad aver perso in dignità... ma questa è una mia interpretazione, lui in effetti non lo dice e io leggo questo approccio e il suo atteggiamento corteggiante la scienza moderna con la necessità che lui aveva di rendere comprensibili questi argomenti ad un pubblico molto vasto e di diversa mentalità di quella ristretta cerchia che al tempo era solita occuparsi di queste faccende.
E' un discorso che, dal mio punto di vista, ha un interesse prettamente storico. E' stato importantissimo allora e probabilmente lo è in una certa misura anche oggi, tuttavia noi qui in forum adottiamo già un approccio che può essere visto come addirittura l'evoluzione di questo.
In ogni caso, forse in epoca non sospetta, afferma che tutto quello che espone può essere verificato e spiega come farlo. Per di più avverte che un atteggiamento fideistico non solo non è rischiesto ma addirittura sconsigliato.

Detto ciò parte con l'esporre quella che lui chiama la struttura dell'uomo e nel farlo accenna in cosa consiste l'Opera. Di questa struttura parlerò nel prossimo post, e si vedrà che, fatte le dovute specificazioni relative al linguaggio, non si discosta da quello che dicono le varie tradizioni (e come potrebbe essere?) e quindi quello che abbiamo detto qua. Tuttavia, fornendoci un diverso punto di vista di partenza, ci offrirà interessanti spunti e possibilità di comprensione.
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