Discussione: in fuga
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Vecchio 08-10-2007, 16.08.27   #57
dafne
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sono andata a leggere quella discussione che mi hai segnalato Sole, molto interessante, credo anche di averne capito qualcosa...
Mi par di aver capito che la considerazione (interna) è un identificarsi con l'altro, e come se consideriamo l'altro perchè ci conferma ciò che pensiamo.
Oltre a confermarci che siamo nel giusto che non sbagliamo essere considerati ci dà la sensazione di essere definiti, se mi ritrovo in te, se tu ti ritrovi in me ecco che ci siamo dati anche dei limiti, dei confini.
Anche "misurare" il bene che mi vuoi mi pone dei confini dei limiti, posso dirti questo perchè lo accetti, evito di dirti quello perchè non ti renderebbe felice e questo ti porterebbe a cercare soddisfazione altrove, lontano da me..come diceva Uno se ti considero ti immobilizzo in un'opinione che ho di te.Se sei fermo fisso immutabile sarai sempre con me.. Ma perchè tutto questo bisogno di bloccare, di definire, di circoscrivere le persone in limiti che semplicemente non possono esistere?
E mi scopro a pensare " e se semplicemente mi spaventa l'idea che nulla sia statico, nulla sia fermo e che ciò che oggi è importante domani sarà irrilevante?" me compresa...
quest'idea che ci realizziamo solo quando qualcuno ha bisogno di noi, quando noi e solo noi possiamo dare un contributo speciale in un rapporto o in un'impresa non sa di trappola? Sa di presunzione.. eppure ogni anima ha la sua originalità..no? e mi trovo qui a chiedermi e se il mondo non avesse alcun "bisogno" del mio amore del mio essere buona e brava? Forse è questo sentire di essere ininfluenti nel gico della vita a spingerci a cercare qualcuno che ci trovi speciali unici e indispensabili?
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