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Vecchio 10-05-2007, 09.59.48   #3
Grey Owl
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La paura non paura (tensione) l'avverto quando ho in mano uno strumento tagliente e lavoro il legno di cesello o di scalpello... oppure quando devo unire due parti di un elemento delicato... in tutti e due i casi sento una tensione attiva verso quello che sto' facendo.

Nel caso dello strumento appuntito e tagliente vi e' doppia paura... il farsi male e il non controllare il taglio che desidero fare. In questo caso e' importantissimo darsi delle regole di lavoro (esempio: mai avere una mano davanti alla corsa della lama).

Mentre nel lavoro delicato vi e' una tensione massima per ottenere la precisione desiderata.

Quando lavoro a questi "livelli di tensione" ottengo i risultati desiderati... ma appena sento calare questa tensione interrompo il lavoro.

Primo perche' se sono stanco rischio di farmi male e secondo non ottengo il risultato voluto (livello di qualita' del lavoro).

All'inizio lavoravo seguendo l'orario (del tipo lavoro due orette e poi stacco)... poi l'esperienza mi ha insegnato che bisogna lavorare quando si ha la tensione giusta senno' e' tempo perso e/o si ottengono risultati scadenti.

Altro punto da sottolineare... quando lavoro manualmente non so' mai come verra' il lavoro finito...

Ad esempio lavorando il legno mi sono imbattuto spesso in nodi e in venature cave o marce.... nella creta noto imperfezioni che non posso piu' correggere dopo che si e' asciugato il pezzo.

Quando inizio un lavoro sono fiducioso della buona riuscita senza averne la certezza.

Questo mi pone in uno stato di attenzione su quello che faccio.

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