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Vecchio 01-10-2006, 15.27.31   #9
Kael
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Gurdjieff sostiene che l'uomo quale noi lo conosciamo, non è un essere compiuto.

Deve pertanto divenire un essere differente, e bisogna anche comprendere che non tutti gli uomini possono svilupparsi e divenire degli esseri differenti. Il perchè di una simile "ingiustizia" è molto semplice. Perchè non lo desiderano. Non ne sanno niente e solo a parlargliene non capirebbero cosa significhi, e un desiderio passeggero nato da una insoddisfazione derivante da condizioni esteriori, non genererà un impulso sufficiente.

Per potersi sviluppare l'uomo invece deve desiderarlo abbastanza intensamente e fare tutti gli sforzi necessari. Non vi è dunque nessuna ingiustizia. Perchè l'uomo dovrebbe avere ciò che non desidera? Al contrario, se l'uomo fosse "obbligato" a diventare un essere differente, pur essendo soddisfatto di ciò che ha, allora vi sarebbe ingiustizia.

E arriviamo così ad un punto cruciale, quello che Gurdjieff sostiene essere anche il più importante nell'evoluzione umana. Il fatto che, prima di possedere facoltà o poteri nuovi, l'uomo deve possedere ciò che crede essere già in suo possesso.
E' questo l' "anello mancante", il punto critico.

Alcune facoltà, come il "ricordo di sé" o la "coscienza obiettiva" di cui ho parlato nei primi post, l'uomo non le possiede affatto, ma crede di possederle e si fa quindi delle illusioni. Ecco perchè dunque l'evoluzione si ferma e non prosegue... manca una tappa. Un livello che come detto l'uomo è fermamente convinto di possedere, e per il quale non si sognerebbe di fare nessun sforzo volontario.

Chi, del resto, farebbe dei pesanti sforzi per portarsi a casa ciò che "crede" di avere già in abbondanza?
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