Discussione: Opera al nero.
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Vecchio 13-09-2008, 08.36.29   #12
nikelise
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
In effetti appare perlomeno curioso che per poter intraprendere la prima fase dell'Opera si debbano possedere qualità sviluppabili solamente nelle fasi successive o ad opera compiuta. Condizioni non più umane forse, più da "grandi misteri".

Così ho vinto la mia pigrizia e ho tirato giù il libro dallo scaffale. Sfogliandolo (lo leggerò meglio) mi sono si imbattuto nei passi in cui spiega che la coscienza deve in qualche modo "resistere" al passaggio attraverso le fasi in cui normalmente si è incoscienti - tra l'altro ci sono delle righe interessantissime sui soprassalti dell'io in quei momenti, argomento di cui mi piacerebbe discutessimo - ma non ho trovato cenni riguardanti le qualificazioni che citi.

Mi viene un'altra considerazione: posto che probabilmente non riesco neppure ad avvicinarmi con l'immaginazione ad uno stato simile a quello descritto da te, ovvero a qualcuno che possieda quelle qualificazioni, tuttavia il mio sospetto è che se uno le possiede è in grado di affrontare quell'esperienza senza i pericoli citati e con buon grado di certezza del risultato. Cosa che rappresenterebbe una contraddizione...
Non ho letto il libro e lo leggero' senz'altro.
Ma provo a dire qualcosa :anch'io ho rilevato quella contraddizione .
Forse quelle qualita' nel mezzo della putrefazione non servono ad elevarci ma a solo a sopportare la caduta .
La caduta e' pericolosa perche' puo' arrestare definitivamente il cammino .
Ad esempio l'amore per gli altri ci consente di ''perdonarci'' nel fallimento e ci consente di ripartire , cosi' le altre qualita'.
Si tratta di sentimenti positivi piu' che momenti di conoscenza propri degli stadi successivi .
Forse nell'opera al nero bisogna perdere quasi tutto senza perderci .
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