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Vecchio 07-04-2008, 12.25.00   #51
Uno
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Io non vedo che Francesco futuro Santo abbia detto no al Papa, se lo avesse fatto in qualche maniera a quest'ora non parleremmo di Francesco come Santo e fondatore di quello che ha fondato, ma come eretico a cui visti i tempi avrebbero fatto fare una brutta fine.
Francesco ha fatto vedere al Papa (e di conseguenza al circondario di prelati di cui alcuni hanno osteggiato fino alla fine per paura di perdere dei privilegi) che lui voleva rimanendo nella Chiesa recuperare ciò che la chiesa aveva perso.
Per dirla in altre parole Francesco non ha fatto una rivoluzione, ha fatto un lavoro di recupero rispetto a rivoluzioni errate fatte.
Tornando anche al tema, ok il sacerdote che fa determinate domande a prima vista (però sarà coincidenza ma ci aveva beccato, ed era giustificabile visto che c'era la situazione) è pruginoso, ma che servizio svolgo al mio mestiere o per il bene della comunità mentendo?
Se questa è la mia intenzione, se giudico che non è il caso di farlo direttamente li in confessionale (e forse non lo è, sono d'accordo) quando ho 5 minuti cerco un colloquio con quel sacerdote e gli chiedo i motivi non accontentandomi di risposte vaghe.
Purtroppo (retorico, in realtà c'è un motivo a tutto) a me non è mai capitato, anche se mi è capitato di discorrere su altre cose e non sono mai stato liquidato senza aver potuto chiarire volendo io chiarire, se fosse successo avrei "bollato" (non giudicandolo, ma prendendo atto del suo comportamento) quel tale sacerdote.

Quello che voglio dire, se ci fossimo trovati a confessarci da Padre Pio che leggeva nell'animo umano avremmo accettato anche una domanda così (corrispondente ad una situazione reale) se invece non abbiamo fiducia nella capacità di lettura del sacerdote di fronte lo vogliamo come un jukebox, una macchina che sforna merendine con il gettone, magari in futuro pretenderemmo che anche si metta delle cuffie e alla fine ci dia l'assoluzione senza ascoltare.
Questo è il problema, non abbiamo fiducia in un sacerdote che non sia come minimo in odore di santità, che senso ha allora confessarsi?
Gli esempi dell'amico o dello psicanalista fatti sopra sono perfetti, ci fidiamo e/o siamo predisposti ad aprirci ad essi, se l'amico in confidenza fa la stessa domanda molti rispondono senza esitare (io non lo farei, ma molti si), se la fa lo psicanalista e se io ci vado perchè ne ho bisogno devo rispondere.....
Ecco l'altro punto: il bisogno. Se vado a confessarmi senza averne bisogno o avendone solo un bisogno imposto (dalla comunità o che altro) ecco che si falsa tutto il rapporto, non è un mio desiderio confessarmi.

Mi fermo perchè il post è lungo, ripetendo che non sto parteggiando per la Chiesa, quanto per l'oggettività e la fine di luoghi comuni.
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