Citazione:
Originalmente inviato da Ray
Se non siamo in grado di dare o non possediamo del tutto, non è davvero "nostro", integrazione o appartenenza che sia, oppure è perchè invece di possederlo ci possiede.
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Tutto giusto ma la cosa difficile da capire , per me almeno , e' che ogni qualvolta si parla di oggetto in realta' parliamo di noi di una parte di noi .
Credo che sia il nostro modo di vedere occidentale che ci impedisce di capire a fondo questo concetto .
Qui oriente ed occidente sono agli opposti .
Tutto cio' in cui ci identifichiamo e' solo ed esclusivamente una parte di noi proiettata in una cosa , in una persona .
E' un noi fuori da noi .
Il ritiro della proiezione e' il richiamo da parte di un io a quell' io che sta fuori .
L'oggetto e' solo un pretesto , non esiste realmente per noi senza la proiezione .
Quindi cio' che si da' o si offre o si sacrifica e' sempre una parte della nostra persona in funzione del suo recupero , col fine di farla rientrare in noi .
L'oggetto , ritirata la proiezione , e' finalmente realmente estraneo a noi . Adesso l'Io puo' decidere realmente di quell'oggetto .
Non so se ho reso l'idea ma a me sembra un passaggio determinante che sfugge e che porta lontano nel senso che ci fa fare un salto di qualita' .
L'argomento richiama senz'altro anche il 3d coscienza e percezione in cui si sosteneva che nulla esiste fuori di noi .
Ma questo e' un altro discorso .
Il problema allora si sposta e serve capire cos'e' quella parte di noi che ritira la proiezione , come avviene che si deve sacrificare , offrire la parte di noi che ci e' estranea , che sta fuori , che e' identificata con l'oggetto ?