Discussione: Essere e Non-Essere
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Vecchio 16-01-2006, 13.50.03   #9
Ray
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Citazione:
Originalmente inviato da Lucignolo
Per quanto mi concerne, essere senza accezzioni è uno stato di quiete dell'io.

Vorrei introdurre un corollario alla discussione: come si riflette lo stato dell'essere all'esterno di noi?

Partendo da un estremo:
La vita ci mette in contatto con una multicolore varietà di caratteri.
Alcune persone provano un vero e proprio disagio difronte al concetto di essere: non comprendono che si possa essere e basta. Pretendono che essere sia accompagnato sempre da una specifica, nelle cose di tutti i giorni ma di riflesso anche al loro interno. Parimenti anche le persone che hanno di fronte devono essere qualcosa.

Come Vi rapportate a queste persone? Come comunicate con loro? Quali i vostri moti interiori?
bel corollario...

più "siamo qualcosa" più ci allontaniamo dall' "essere", come abbiamo visto... ovvero il nostro "stato dell'essere", come dice Lucignolo e anche Jeze è più basso, più lontano dalla vera "essenza", che invece è potenzialità.

Quando ci rapportiamo all'esterno, necessariamente lo facciamo dal punto in cui ci troviamo e siccome percepiamo il resto sempre riferito a noi stessi, o alla nostra attuale percezione di noi stessi... ecco che pretendiamo di estendere agli altri la nostra situazione.

quindi se io devo "essere qualcosa" perciò che mi sembri di essere... allora anche gli altri devono "essere qualcosa" perciò che io li consideri veri...

Come dire che costringo tutto l'esistente al livello in cui mi trovo... e per forza di cose, lo tiro giù fin dove sono... fin dove mi sembra di essere...

Ciò che si oppone a questo mio freno... semplicemente lo nego...

La grande illusione: ridurre tutto l'Essere a ciò che mi sembra... ma poi, alla fin fine, sembra a chi?
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