Discussione: Infelicità
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Vecchio 02-08-2011, 02.03.04   #38
Ray
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Originalmente inviato da luke Visualizza messaggio
In un caso smetto di lottare, mi rassegno e riconfiguro la mia vita tenendo come "variabili indipendenti" , come punti fermi quelle cose che rimarranno sempre in un modo,dirottando altrove le energie , magari in cose dell'altro tipo nelle quali continuo ad affrontare il problema ci dedico tempo e risorse, ragiono, cerco di capire, di cogliere i segnali perchè evidentemente c'è un oltre che mi può vedere con quella determinata cosa superata, con nuove possibilità e nuove via che non si apriranno se non continuo a volerla superare.

Queste ultime sono quelle cose che, mi pare lo dicesse Uno, possiamo fare e quindi pirma o poi dovremmo farle , il prima o il poi dipende dalla forza che ci mettiamo.
Se so che una cosa non potrò farla mai, non è nel destino, nella trama dell'universo, potrò metterci tutta la forza che voglio ma on accadrà mai, ed allora conviene arrendersi e pensare ad altro,farcene una ragione, non era prevista per noi, mentre le altre, per come la vedo io, sono "previste", in qualche modo potrebbero essere importanti e decisive per il proseguio della nostra esistenza .
Cambiare ciò che posso e accettare ciò che non posso cambiare.... arrendersi non è accettare.

Quando una cosa accade essa cambia sempre tutto. Se posso modificarla (posto che voglia ovviamente) allora ho cambiato, se non posso e l'accetto sono cambiato io. Ma in ogni caso qualcosa è cambiato... la realtà ha accolto il cambiamento portato da quella cosa.
Quindi, se mi porta un cambiamento, ogni cosa era "destinata" a noi... e se non era destino era comunque "per me".

Come le distinguo... se si potessero mettere tutte le cose o nella categoria "posso cambiarle" o nella categoria "non posso cambiarle" sarebbe anche semplice. Basterebbe considerarle rispetto alla nostra possibilità di azione. Il fatto è che sono molto poche quelle che rientrano a pieno titolo in una o l'altra categoria... e di solito ce ne occupiamo poco o non le percepiamo neanche. Più spesso accade che una certa cosa io possa cambiarla per una certa misura e per una certa altra no. Verrebbe da dire che per la misura in cui non posso cambiarla toccherebbe accettarla, ma come posso io cambiare qualcosa se non l'ho almeno in un certo modo accettata? Banalmente devo accettare il fatto di avere la maglietta sporca per decidere di lavarla. Anche se ovviamente, se non potessi in alcun modo lavarla (e non potessi buttarla via o altro) dovrei risolvermi (verbo interessante) a restare con la maglietta sporca... in questo senso la pazienza, il patire.
Ma come capisco di non potere lavare la maglietta? O ben è chiaro fin da subito oppure me ne rendo conto dopo una serie di tentativi... di qui la saggezza, dall'esperienza. Almeno in una parte.
Bon, discorso appena accennato, anche se mi piacerebbe sentire un esempio di una cosa che non si riesce a capire se la posso cambiare o meno.

Comunque l'infelicità dipende da questo solo in parte. Una cosa che accade mi può portare dolore, fastidi, complicazioni, necessità, ma non può da sola portarmi infelicità. Occorre anche il mio atteggiamento e questo dipende dagli scopi che mi prefiggo innanzitutto. Se, come dicevo prima, il mio scopo è poniamo imparare, ad ogni cosa che mi succede mi volgerò col piglio di cercare di cavarci qualcosa... mi chiederò cosa quella cosa può (e deve) insegnarmi. Un atteggiamento come questo rende molto meno difficile l'accettazione. E una volta che avrò imparato quello che quella cosa mi ha portato essa cambierà, perchè l'universo non spreca. E quindi quella cosa farà posto ad un'altra.
E' molto difficile pensare qualcosa che non abbia nulla da insegnarmi...
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