Discussione: La punizione
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Vecchio 29-03-2011, 16.52.38   #4
diamantea
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Mi hai chiamato Astral? eccomi!

Gris tocchi un tasto molto dolente a cui nemmeno io ho trovato una giusta soluzione.
Con il grande ho penato tanto tutti gli anni di scuola fino al diploma. Lui non aveva voglia di studiare, ma dotato di buona memoria e buona intelligenza gli bastava quello che facevano in classe per non perdere l'anno.
Poi alle superiori fu bocciato per le assenze e lo scarsissimo rendimento per svogliatezza generale.
Le punizioni erano inutili anche se di certo non mollavo sul "fa come ti pare". Fosse stato per lui avrebbe lasciato la scuola anzitempo e avrebbe bighellonato di giorno ma lavorato la sera. Figuriamoci, di giorno ci stanno in giro solo i perditempo e i delinquentelli vari.
Devo dire che il ragazzo ha sempre lavorato da quando aveva 14 anni. Non aveva lavoro fisso ma buona parte dell'anno i fine settimana lavorava in pizzeria quando i compagni andavano a divertirsi, e d'estate lavorava tutti i giorni, però i suoi soldini se li è sempre guadagnati, poi a fine stagione si faceva un viaggio. Si pagava da solo l'assicurazione del motorino ed altre cose ancora anche se non economicamente lo mantenevo lo stesso io.
Per me è stato prioritario almeno fargli completare il diploma anche a costo di studiare io per lui e ripetergli tutto e poi farlo ripetere con l'orco di guardia . Alle riunioni scuola/famiglia ci andavo coi ceci chiodi e martello, la croce la trovavo pronta dai vari insegnanti .
Povera me, me lo hanno promosso soprattutto per il mio impegno, al diploma il professore si è complimentato con me per averlo fatto recuperare e fargli fare un buon esame, potevo farli anche io gli esami.
Le punizioni con lui non servivano tanto anche perchè non sapevo che togliergli. Se gli toglievo il motorino non poteva andare a lavorare, a scuola andava con l'autobus. Se toglievo il telefonino poi non potevo rintracciarlo quando la sera faceva tardi... è stata molto dura con lui, ragazzo chiuso con pochi amici, parlava poco in casa ma protestava tanto a scuola, non ha mai preteso tanto, il giusto per un adolescente. Dovevo essere sempre presente a scuola per farmi vedere dagli insegnanti che non era abbandonato a se stesso, aveva una famiglia seria affettiva e presente anche se il padre ha sempre latitato. Però oggi è un ragazzo assennato, lavora, è serio, molto educato e più aperto.

Con il piccolo è altra storia, lui studia sempre, tutti i giorni senza saltarne uno, autonomamente ma il suo rendimento non proprio proficuo deriva da altri suoi problemi, lo scorso anno ha usufruito anche di lezioni private. Quando molla gli basta vedere l'orco nervoso per riprendersi . Sto cercando quest'estate di farlo lavorare, forse all'estero in un posto conosciuto, penso che gli faccia bene, e anche a me farà bene la lontananza.

Insomma credo non ci sia una ricetta buona per tutti, la soluzione deve essere individuale e personalizzata caso per caso, tendendo conto dei limiti/risorse individuali e familiari.
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