Discussione: Muore mio padre....
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Vecchio 07-01-2009, 00.46.01   #1
jezebelius
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Predefinito Muore mio padre....

Dal mio punto di vista un incubo con tanto di ansia durante la notte almeno nelal parte iniziale.

Ad ogni modo...ero con mio padre prima del viale di casa mia, percorrendo il quale si arriva, appunto, su a casa. E' in salita.
Arriva un'auto con alla guida il padre di un amico e l'amico stesso. Perde il controllo e sbatte su mio padre, investendolo. Muore!
Io mi rattristo e mi incavolo col guidatore il quale, una volta sceso dall'auto col sorriso sulla bocca assieme al figlio, mi dice che non c'è nessun problema e che avremmo dovuto sbarazzarci del corpo.
Lo portiamo su, un ultimo sguardo mi dice che gli ho sempre voluto bene. Aveva del sangue che gli colava dalla testa, dal lato ( suo ) destro. Lo seppelliamo all'ombra di un abete - che oggi non c'è più poiché seccato - il quale era stato piantato dopo un natale l'anno della mia nascita.
Continuo a piangere!

Il guidatore, padre dell'amico, mi dice che risolverà tutto ma qui sorge un problema che viene evidenziato dal figlio: se lui si fosse dichiarato colpevole dell'incidente lui - il figlio - non avrebbe potuto sposarsi, matrimonio che si sarebbe dovuto celebrare di li a poco. Da ciò dopo un: <<" hai ragione ">> dell'uomo questo propone di assumermi la colpa dell'accaduto per " salvare " il matrimonio.
In pratica non dovevo fare altro che dichiarare al magistrato che l'incidente l'avevo causato io e, per questo alla fine, farmi qualche giorno in prigione, più o meno tre ma che poi ne sarei uscito. Questo, a detta dell'uomo, mi avrebbe reso orgoglioso in quanto mi sarei sacrificato per una buona cosa: un amico!

Accetto li per li, ma quando esco dall'ufficio del magistrato - dopo aver reso insomma la dichiarazione fasulla - una sferzata di coscienza mi costringe a ribellarmi a quel piano, esclamando con: << " Non mi assumo la colpa di una cosa che non ho commesso, in galera per voi non ci vado!" >>.
Dopo il mio secco rifiuto di andare avanti i due - padre e figlio - si guardano in faccia attoniti ma anche per risolvere il guaio. Mi dicono che avrebbero fatto il possibile.
Di fatti se avessi mantenuto quella versione, anche per la seconda volta dal magistrato - giacché dovevo ritornarvi successivamente - loro mi avrebbero evitato di andare in galera. In effetti dato che c'era l'assicurazione di mio padre ( 250.000 € ) avrei potuto usufruirne e loro avrebbero potuto organizzare il tutto per evitarmi il carcere. Di fatti una seconda volta in magistratura non c'è mai stata e visto che si erano organizzati comunque, una notte mi consegnano il denaro nella parte della banchina del porto destinata alla dogana dove mi stava aspettando la mia ragazza con la quale sarei partito. I soldi mi avrebbero permesso di vivere più o meno bene.
Parto insomma con la mia ragazza se non erro verso oriente. La barca che attendeva e sulla quale, poi, ci siamo imbarcati mi pare fosse una di quelle caratteristiche della Cina, monovela. Siamo partiti per il viaggio sorridenti.

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Cerco di capirci qualcosa anche se non mi pare, visto che forse mi " tocca " in fondo, di avere le idee ben chiare.
Forse, la prima cosa che vedrei è il tipo di rapporto che c'è tra i due in auto - padre e figlio - una sorta di complicità che sfocia addirittura nell'appoggiarsi nelle scelte. Cosa che a me, forse, è sempre mancata. Di fatti c'è mio padre con me e per questo " lo investo". Intendo dire che probabilmente lui rappresenta quel qualcosa, forse difetti o tipi di comportamento, che tendo a superare, o vorrei almeno!
Anche se mi rattristo della sua perdita " la coppia complice " trova una soluzione quasi immediata e per questo seppellire il corpo nelle vicinanze: sotto quell'albero. Forse l'abereo, a questo punto, rappresenta il collegamento con la famiglia di origine che deve esserci comunque ma che almeno sia, come dire, indipendente nelal manifestazione e che condizioni molto poco o quasi nulla le mie decisioni. Giustappunto l'albero oggi non c'è più.

Altra cosa è l'assumermi la colpa. Scendo insomma a compromessi, casomai spinto dalla voglia di risolvere le cose in maniera " altruista".
Per questo dichiaro al magistrato che l'accaduto è opera mia. La mia coscienza è abbastanza vigile e quindi mi chiede di ribellarmi ma in questo caso ricado nuovamente in tentazione ( i soldi appunto ) con cui la " mente" - che attribuirei sempre ai due - è sicura di fregarmi. Ed infatti mi frega!
Cedo, per dire così in maniera semplicistica, alle lusinghe e addirittura mi fa trovare quel che voglio ossia la serenità, o per meglio dire un viaggio verso la serenità anche con la mia ragazza - affrontando il mare con una monovela!
Al momento non mi pare di vedere altro....
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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