Discussione: Papà incinto
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Vecchio 27-03-2008, 19.24.57   #3
jezebelius
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Non penso che sia semplice da affrontare questa discussione e, conseguenzialmente, considerare le varie problematiche che possono derivare da una gravidanza di questo tipo.
Di certo non saranno poche, secondo me.
Però probabilmente servirà a fare un po di luce, soprattutto per il futuro, chi possiede una conoscenza, come dire, particolare della questione che abbraccia sia l'etica, sia la medicina e, più in generale, la natura ed il fine per cui si affronta una gravidanza in questo modo.
Insomma non di semplice soluzione.

Per quanto mi riguarda, partirei dai medici i quali sicuramente avrebbero dovuto avvertire delle conseguenze non solo di natura psicologica, anche probabili, cui il nascituro potrà trovare sulla sua " strada".
Nulla quindi lasciato al " caso ".
In effetti il discorso, a mio avviso, ingloba anche il quanto è giusto spingersi al di la, diciamo, della natura per soddisfare un desiderio di maternità ovvero quanto è giusto " giocare " con la vita del ( futuro ) figlio per cercare la soddisfazione, passante per quel figlio appunto, di diventare genitori.
La contraddizione, quindi, gia la vedo nel " mamma/papà " e mi fa pensare che poi tutta sta voglia di diventare uomo, se pur bombardato di ormoni maschili, non era poi così tanto forte.
Mi pare di assistere ad un futuro, ormai presente, in cui in casi come questi, per dirla semplicemente, ci si lascia le alternative da seguire.
Mi rendo conto che in effetti una situazione di questo tipo porta con se problematiche enormi e quindi, esprimendo anche una limitazione cruda,forse non era questa la strada da seguire. Poi ognuno fa le sue esperienze mediante le sue scelte, ci mancherebbe.
Ho espresso quel che penso, in sostanza, in riferimento a ciò che credo sarà buono per il piccolo/a che nascerà e non so neanche se ci son riuscito.
Molte volte, anzi direi nella maggior parte dei casi, i genitori se da un lato vogliono arrivare ad un fine e cioè quello di " esercitare " il proprio ruolo, e quale cosa migliore da fare se non attraverso un figlio dando libero sfogo anche costruttivo ovviamente, dall'altro si pensa " poco " al futuro del bimbo e si è ben disposti ad oltrepassare quel limite, cosi detto, naturale.
Ora non so dire se anche qua ci si trovi nello stesso caso ma mi pare che, proprio per il tenere " due piedi in una scarpa " ci si posiziona a metà di un percorso.
Nulla da dire sulla scelta, dunque della donna che vuole divenire un uomo ( e viceversa ) ma alla fin fine, credo, che questo rimanere a metà, possa essere deleterio e destabilizzante per il bambino.
Io penso che comunque vi debba essere un limite che si dovrebbe muovere per il rispetto della vita - in tutti i sensi - del bambino.
Limite che trova le sue radici anche nella umiltà di chi " vuole " fare il genitore che avrebbe potuto, secondo me sperando di chiarire, muovere quel bisogno genitoriale anche verso altri bambini, non necessariamente affrontare una situazione, come questa, delicata.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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