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Vecchio 15-02-2012, 00.31.26   #21
dafne
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C'era un film, quando ero piccola, da cui poi hanno tratto dei cartoni e sono certa derivi da un romanzo che era tutto incentrato su questo gioco.
Pollyanna era una bimba orfana alla quale il papà pastore aveva insegnato un gioco. In ogni cosa anche negativa doveva cercare di trovare un lato positivo.

Ora, riflettendoci, forse questo filone newage di pensa positivo mette un pò sulle difensive ma non è concettualmente sbagliato, anzi..magari!
Allora come conciliare con la neutralità?
Penso che la questione della neutralità, o del realismo definito da Ray, possa essere visto come la base centrale d'appoggio su cui partire.

Ho una gamba rotta.
per un ottimista guarirò in fretta e senza conseguenze per un pessimista sicuramente sorgeranno delle complicazioni (esempio al volo).

Il realista, o il neutro, per come la vedo io penserà che andrà tutto a posto ma cercherà di fare dei controlli e assicurarsi che la guarigione segua il suo corso.

Poi ci sono gli estremi. C'è chi si cura con il basilico un tumore e chi con l'antibiotico uno sternuto ma sono casi limite secondo me.

Poi Red fà una bella domanda. E' possibile diventare ottimisti? E, soprattutto, è possibile senza toccare il fondo?

Alla seconda domanda non so rispondere, credo che sia soggettivo, alla prima io direi di si.
In fondo anche astigmatismo e miopia si correggono..con delle lenti (quasi quasi stò paragone mi piace..).

Come imparare l'ottimismo? Correggendo le abitudini, prendendo esempio da chi lo è magari facendosi dei riferimenti personali.

Pensando alle lenti direi spostando il fuoco, il punto della messa a fuoco..si dai...stò paragone mi piace anche se ci devo lavorare su.
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