Discussione: Desiderio
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Vecchio 06-07-2008, 11.55.02   #28
griselda
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Originalmente inviato da Ray Visualizza messaggio
Si Cass, la rinuncia comprende l'intenzione. Provo a espandere sto concetto qui sotto.




Spesso ci troviamo di fronte ad un desiderio e non abbiamo percezione di vera scelta... ci sembra che o lo soddisfiamo o ci rinunciamo. Ma così non si capisce bene la cosa della rinuncia.

Se io ho un desiderio, poniamo che sia mangiare una mela, e devo scegliere cosa fare, se mangiarla o no, allora in me albergano due desideri, non uno.
Il primo mi spinge a mangiare la mela, il secondo a non mangiarla. Il primo mi spinge in una direzione, il secondo in un'altra.
Se così non fosse non avrei dubbi... di fronte ad un solo desiderio non ho scelta, lo soddisfo e stop, senza spazio in mezzo (ricordate il discorso sui vettori?).

Se in me ci sono due desideri, di mangiare la mela e di non mangiarla, quando scelgo devo rinunciare all'alternativa. se me la mangio sto rinunciando a non mangiarmela, se non la mangio sto rinunciando a mangiarmela.
Ovvero devo decidere da che parte schierarmi IO, se con un desiderio o con l'altro.
Schierarsi equivale ad andare in una delle due direzioni, rinunciando all'altra, soddisfare un desiderio e non l'altro. Ma qualcosa soddisfiamo sempre.

Il problema nasce dal fatto che noi non vogliamo rinunciare a nulla. Vogliamo andare sia di qua che di la. E quindi se non mangiamo, facciamo dieta ma continuiamo a pensare alla mela, nutrendo il desiderio che abbiamo fatto finta di disconoscere, se mangiamo ci sentiamo in colpa, nutrendo il desiderio di non mangiare, che di nuovo abbiamo fatto finta di disconosere.
Questo non è scegliere, andare per una strada. Questo è stare fermi. E' la resistenza alla rinuncia che blocca la maggior parte delle persone, e non parlo di mele ovviamente.

Vista così forse è più chiaro...
Cavolo è logica in effetti, se non scelgo da che parte stare, da che parte andare non potrò neppure impegnarmi in qualcosa perché sarò sempre divisa tra la tentazione di andare di là o di qua e rimarrò immobile e come è ovvio ( mi manca l’ovvio si si) stando immobili non si va da nessuna parte.
Se mi trovo ad un bivio: Roma o Milano non posso rimanere per sempre davanti al cartello a dirmi che mi piacciono tutte due, o anche si, ma rimango ferma li, non conoscerò mai ne l’una ne l’altra città.
Se voglio fare la dieta e decido di non mangiare più la pasta e penso continuamente alla pasta soffrirò per nulla e non avrò rinunciato alla pasta perché ci penso in continuazione e penso solo dalla parte della pasta a quanto è buona e quanto mi piace, senza però ricordarmi del perché ho deciso di mettermi a dieta, perché la pasta mi fa anche male, ingrasso e mi porta degli svantaggi tra cui l’aumento di peso e le varie conseguenze.
Ma se decido di mangiarla va bene se decido di non mangiarla va bene se decido di mangiarla o non mangiarla, forse, non è una scelta è rimanere li tra due fuochi. Se decido di non mangiarla inoltre potrò dedicarmi al meglio di me stessa per portare a termine la mia scelta a cui potrò impegnarmi senza quella tensione interiore che consuma inutilmente le mie energie.
A parte dire che non ho mai scelto, o raramente, ora lo so, teoricamente adesso vediamo nella pratica l’attuazione di ciò che penso di aver capito.
Grazie Ray
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