Discussione: Figlio morto
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Vecchio 23-07-2010, 15.24.23   #9
diamantea
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La tua analisi dice molto del vero Webe. Tuttavia devo fare delle puntualizzazioni.
La situazione del parto non è analoga in quanto spesso è presente la madre e il marito e una equipe ospedaliera. C'è molto di femminile che in questo caso è al contrario, è soprattutto la presenza del maschile ad avere la predominanza. Un maschile che quando è nato mio figlio non era presente, fu un parto precipitoso e il medico arrivò che era già nato con l'ostetrica di turno. Madre, fratello e marito inutili e incapaci a riscaldare un bambino violaceo dal freddo malgrado eravamo in luglio e tu sei arrivata molto in ritardo, io ero già consumata dall'ansia per il neonato in balia di mani inaffidabili.

Per mio figlio non sono stata medico ma infermiera in quanto se non fosse stato per la presenza del medico maschio io non avrei mai accettato la malattia e curato bene il mambino. Egli ha saputo guardarmi in profondità e toccare le corde giuste, cosa che non ha saputo fare la sua precedente collega, buttandomi addosso il disappunto e la sua accusa verso quello che ha definito incoscienza e incapacità di madre. La mia era solo paura e ignoranza, volevo cancellare quelle orribili visioni notturne che mi facevano impazzire. Mi mancava tanto il maschile con cui l'avevo concepito a darmi conforto e sostegno, una madre può non essere in grado di sopportare tutto.

La nonna è vero è morta di vecchiaia mentre ero incinta del grande ma io non ero presente e non l'accettai mai il suo abbandono. Una vita andava e un'altra si preparava a venire e questo fu il motivo per cui io abbandonai la nonna nell'ultimo mese della sua vita, non sapevo ancora di essere gravida ma non sopportavo l'odore di morto che già la nonna faceva e dopo capì il perchè...

Mio figlio ha fatto l'ingresso nel mondo degli adulti ma non è ancora un adulto, il mio compito non è ancora finito anzi...e la sua malattia è ancora presente e sarò sempre io a dovermene occupare.

Mio padre... era l'unica figura della famiglia che mi dava il senso della puntualità, dell'impegno, dell'affidabilità.
E' con lui che voglio parlare perchè di lui sono sicura che non si dimenticherà di avvisare gli altri, saprà agire nel momento. E' vero che lui amava i suoi nipoti ma lo voglio non per l'amore verso mio figlio ma per l'affidabilità del suo compito di padre. Nella realtà non sempre fu così ma loro sono simbolici, rappresentano il mio io genitoriale che in questo processo mi assiste amorevolmente e non interferisce, ma aspetta che io comunichi quanto avvenuto. Mi sembra un simbolo di autonomia nel fare affidamento nel mio adulto che sa scegliere cosa e quando fare.
Mi sembra un processo di riappropriazione di quanto mi sono negata fin ora.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
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