Discussione: Figlio morto
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Vecchio 24-07-2010, 13.11.43   #16
diamantea
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Figlio/nonna, mi da l'idea della sovrapposizione di ruoli,

Questo per ora lo tralascio...

mi ha fatto da madre.

Ecco il danno di invertire i ruoli, la nonna doveva fare la nonna ma ha fatto la mamma ma era sempre la nonna ed io lo sapevo.
Da qui parte la prima confusione consapevole sui ruoli invertiti.

sacrificare altre cose, maschile compreso.

Mia madre aveva un carattere dominante e possessivo, lei mi avrebbe voluta sempre figlia piccola e come tale mi ha sempre trattata fino ad ora che non le permetto più di farlo.

il suo compito era finito,

La nonna morì a 90 anni, aveva pure il diritto di morire serena. Lei si sentì investita di questo compito di crescere i nipoti, vicariare la figura immatura di mia madre come madre. Mi ero sposata da poco per lei ero diventata adulta, il suo compito di madre/nonna era finito per sempre, doveva ritirarsi.

colpevolizzarmi per essere diventata adulta.

I miei genitori smettono di amarmi nel momento in cui manifesto l'esigenza di crescere, di non essere trattata più come una bambina, ed ora anche la nonna si ritira da me perchè sono diventata adulta. E' un doppio imput che mi colpevolizza nel diventare adulta.
Essere adulta mi costa l'affetto dei miei cari.

un grande vuoto dentro di me.

Si, avverto un vuoto affettivo esistenziale enorme. Ora non c'è più la figura genitoriale che mi faceva sentire bambina protetta. Ero nipote, figlia, ma da ora sarei stata solo figlia e madre. Manca la parte adulta che mi è stata negata come riconoscimento. Resto fiammiferaia per non tornare figlia non amata ed accendo fiammiferi per non morire da bambina nella braccia della nonna. Ma poi i fiammiferi finiscono e mi trovo lontana dai due estremi...

Non è più il mio bambino... Accetto di diventare tutti adulti.

Forse in questo manifesto desiderio di avere 18 anni in mio figlio c'è la voglia di essere considerato adulto e non più bambino. Io cercavo inconsciamente di trattenerlo, di ritardare il momento, avevo paura di non essere in grado di sostenere il taglio di questa radice che ha fatto soffrire me per prima.
Non si tratta di non seguire più mio figlio nella vita o nella malattia, ma più che altro è se e come seguirlo. Dovrà imparare da solo a farlo come da solo ha imparato a gestirsi i farmaci o le sue crisi, lo studio e il rapporto con gli amici, un giorno la ragazza e la sua vita ecc... Credo sia il punto di vista con cui devo guardare a lui. Ora è un adulto responsabile delle sue azioni e come tale devo imparare a trattarlo, il che non esclude la mia presenza ove ancora sicuramente necessiterà, a scuola, dal medico, nella vita di tutti i giorni.
Ma come guarderò a lui? Non è più il mio bambino, è mio figlio che deve diventare adulto ed io non devo ostacolare il processo. Sono pronta a farlo ora perchè sono pronta ora a considerare me adulta pronta ad affiancarmi alla mia parte mancante che è l'uomo, non i figli che sono stati i vicari compensativi di quella gamba mancante per scalare la montagna.
E' giusto che mi pesi il dovere di madre perchè non devo identificarmi nel ruolo di madre costringendo i miei figli ad essere sempre figli. Saremo sempre madre/figli ma adulti.
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"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"

Ultima modifica di diamantea : 24-07-2010 alle ore 13.16.53.
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