Visualizza messaggio singolo
Vecchio 13-07-2006, 16.54.24   #8
jezebelius
Organizza eventi
 
L'avatar di jezebelius
 
Data registrazione: 27-02-2005
Messaggi: 1,865
Predefinito

Citazione:
Originalmente inviato da Uno
Avrete più o meno sentito tutti le ultime svolte sui cambiamenti delle regole sulla vendita dei farmaci, ora alcuni cosidetti da bancone potranno essere venduti in strutture commerciali diverse dalle farmacie, si presume supermercati, quindi non so se per primo dico che questi potrebbero essere chiamati farmaci da scaffale d'ora in poi.
Non sono a conoscenza esattamente di quale tipo di farmaco viene investito dalla nuova regolamentazione comunque sia sono contrario per dei motivi che cercherò di esprimere.
Non sono sicuro che cambi di molto l'effettivo costo che il cittadino va a spendere per l'acquisto, ma sono sicuro che così facendo quei prodotti (farmaceutici, anche se non esattamente quali siano) perderanno nella psiche collettiva il significato di medicinale, questo è già iniziato da decenni con automedicazioni con farmaci rimasti in casa o fattisi prescrivere dal medico su ordinazione (qui hanno una responsabilità anche i professionisti che si sono prestati), conosco persone che al primo accenno di influenza prendono antibiotici che si trovano in casa.... la cosa è peggiorata con l'avvento della pubblicità medicinale: "ti fa male la schiena? Un pastiglia di XXXXX è il dolore scompare", e adesso ancora un gradino con il nuovo tipo di vendita.
Il prossimo quale sarà? Il campioncino dentro il cellophane della rivista? Una scatolina data a fine anno come una volta i barbieri davano l'agendina? CHe altro?

Se non erro negli Stati Uniti esiste da una vita il reparto farmacia nei centri vendita ma c'è l'addetto vendita con un camice... presumo sia un farmacista.
Non sto difendendo la categoria dei farmacisti, non ho nessun collegamento con loro, sto difendendo la non capacità (purtroppo) di capire che non è una liberalizzazione ma un nuovo tipo di schiavitù che avanza lentamente.
Inoltre non è il mio un discorso politico su chi per primo ha fatto questa riforma, sinistra o destra ci si sarebbe arrivati comunque.

Altri spunti... Aspirina... non è niente... ormai la si può prendere come caramella se mi presento in farmacia chiedendone 50 scatole, il farmacista quanto meno mi guarderà perplesso... suppongo che probabilmente per diversi motivi si rifiuterà (credo, spero..) ma se al supermercato riempo il carrello la cassiera cosa può fare oltre che passare il lettore dei codici a barre?
Direte che è ora che l'individuo si assuma le responsabilità, potrei essere d'accordo... ma allora rendiamo libero tutto ma proprio tutto....

Discorso economico, non credo che ci saranno differenze di prezzo enormi, si la grande catena potrà sul quantitativo spuntare un prezzo più basso o diminuire il ricarico tanto guadagnerà sulla quantità, inoltre non deve pagare un laureato per vendere i medicinali, li mette sullo scaffale e amen.

Il discorso prezzo può cambiare solo con delle leggi internazionali nuove sui brevetti, capisco i costi sulla ricerca ma non è giusto che un bene dell'umanità possa essere monopolizzato per decenni in maniera non da garantire il rientro e un onesto guadagno bensì la speculazione, finchè si permetterà la speculazione avremo farmaci dannosi e costosi, se si ritornasse alla ricerca per amore della vita e non per il guadagno, i farmaci realmente utili troverebbero un giusto prezzo alla portata di tanti direttamente e di tutti indirettamente.

Scusate la lunghezza, mi fermo ma ci sarebbe ancora... lascio spazio a voi
Mamma mia quanta carne al fuoco Capo
Ebbene...hai perfettamente ragione e concordo con te ma mi viene da mettere in evidenza alcune cose.
La prima riguarda sicuramente la mancanza di responsabilità che investe le persone in genere.
E' vero al minimo sintomo, anche piccolo, giu con antibiotici ed anti infiammatori per il bene delle industrie che li producono.
Puntualizzo che non sono contro di esse ma semplicemente " le caramelle " dovrebbero fare le caramelle ed i medicinali ritornare al ruolo che a loro compete: non è rensponsabile mischiare le due cose.
In primis, per le conseguene che vanno a creare nell'organismo .
Di solito si pensa, ed a torto, che assumendo un farmaco si vada a curare in maniera mirata quel sintomo..ma sappiamo che lo spettro di azione è ben più esteso, per cui a lungo andare un abuso di questi medicinali può condurre ad effetti collaterali che è bene vengano evitati .
In secundis il discorso economico suppongo che debba essere affrontato anche sotto altro aspetto.
Non si tratta a mio modo di vedere di semplice risparmio ma collegandomi con ciò che dice Cat, nella psiche delle persone l'effetto " sconto " potrebbe provocare una corsa maggiore all'acquisto di un determinato prodotto " da banco ", per il quale adesso paradossalmente, non esite alcun tipo di limitazione, rappresentata prima dalla prescrizione medica o quanto meno dal buon senso del farmacista che per certi versi superviosionava la quantità acquistata.
Il tutto si mette in correlazione con la mancanza di responsabilità sia nel munirsi del farmaco ma soprattutto di auto-somministrarselo, il che non è che rappresenti un roseo andamento della situazione.
Come sempre si vede in atto soltanto l'aspetto speculativo, facendolo passare per una liberalizzazione; il tutto sottointeso dalla mancanza di buon senso, e non solo, che purtroppo spinge " la popolazione " a fare questo ed altro.
Altra cosa che mi pare di fondamentale importanza...le case farmaceutiche e la ricerca.
Collegandomi a ciò che Uno ha detto, è ovvio che la ricerca farmacologica, vuoi per le multinazionali che spingono in un senso e vuoi per la necessità/volontà di aiutare chi ne ha " realmente " bisogno( potenzialmente tutti ), continua ad essere confusa ( in soldoni si ricerca per un motivo ma si presenta sul mercato per un altro ) , tant'è che in conseguenza di un consumo elevato, ad esempio mettiamo 100, di scatole di aspirine io, in quanto multinazionale, per sopperire a tale mancanza, seguendo le leggi economiche, produrrò per l'anno sucessivo 150, aumentando il mio introito in termini di vendita quantitativa, facendo occupare a questa la maggior parte della fetta di mercato.
Quello che sto cercando di dire è che in sostanza, persa la sua " essenziale " qualità, il medicinale, viene offerto in quantità come un qualsiasi prodotto da supermercato; appunto la liberalizzazione crea tale conseguenza.
Non si sta parlando di pasta o qualsiasi altro genere alimentare ma di medicinali che nonostante la limitazione posta delle prescrizioni ( almeno quelle che ancora esistono ) e nonostante la pericolosità di alcuni...si ha " interesse " a vendere oppure in conseguenza di una " nuova ricerca " in campo medico, a produrre la novità, gettandola sul mercato nella logica della concorrenza.
Comprendo che bisogna fare attenzione quando si affrontano questi discorsi ma mi chiedo se, alla luce di un fatturato di un'azienda farmaceutica, non si possano assumere azioni volte alla limitazione della produzione stessa, posto che il " servizio " del medicinale è ben altro rispetto a quello che gli si attribuisce oggi.
Mi rendo conto che quasi utopisticamente questi argomenti possono suiscitare interesse o meno ma di fondo quello a cui bisogna pensare è il bene " vita " il quale è messo in serio pericolo da questo mercato che ragiona soltanto in termini economici, tralasciando gli altri ben più importanti. E' pur vero che il medicinale può salvarla la vita ma è anche vero che il suo utilizzo smisurato e non attento conduce all'effetto opposto e cioè alla morte la quale, se vogliamo ragionare in termini economici e materiali, produce mancati introiti per un paese e dunque per l'economia.
Il profitto raggiunge livelli esorbitanti a scapito della responsabilità la quale non solo è soppiantata ma dovrebbe darsi per scontata in un campo delicato come quello dei medicinali e sopratutto della ricerca.
__________________
Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
jezebelius non è connesso