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Vecchio 13-07-2006, 21.31.53   #9
alexeievic
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Originalmente inviato da Uno
Avrete più o meno sentito tutti le ultime svolte sui cambiamenti delle regole sulla vendita dei farmaci, ora alcuni cosidetti da bancone potranno essere venduti in strutture commerciali diverse dalle farmacie, si presume supermercati, quindi non so se per primo dico che questi potrebbero essere chiamati farmaci da scaffale d'ora in poi.
Non sono a conoscenza esattamente di quale tipo di farmaco viene investito dalla nuova regolamentazione comunque sia sono contrario per dei motivi che cercherò di esprimere.
Non sono sicuro che cambi di molto l'effettivo costo che il cittadino va a spendere per l'acquisto, ma sono sicuro che così facendo quei prodotti (farmaceutici, anche se non esattamente quali siano) perderanno nella psiche collettiva il significato di medicinale, questo è già iniziato da decenni con automedicazioni con farmaci rimasti in casa o fattisi prescrivere dal medico su ordinazione (qui hanno una responsabilità anche i professionisti che si sono prestati), conosco persone che al primo accenno di influenza prendono antibiotici che si trovano in casa.... la cosa è peggiorata con l'avvento della pubblicità medicinale: "ti fa male la schiena? Un pastiglia di XXXXX è il dolore scompare", e adesso ancora un gradino con il nuovo tipo di vendita.
Il prossimo quale sarà? Il campioncino dentro il cellophane della rivista? Una scatolina data a fine anno come una volta i barbieri davano l'agendina? CHe altro?

Se non erro negli Stati Uniti esiste da una vita il reparto farmacia nei centri vendita ma c'è l'addetto vendita con un camice... presumo sia un farmacista.
Non sto difendendo la categoria dei farmacisti, non ho nessun collegamento con loro, sto difendendo la non capacità (purtroppo) di capire che non è una liberalizzazione ma un nuovo tipo di schiavitù che avanza lentamente.
Inoltre non è il mio un discorso politico su chi per primo ha fatto questa riforma, sinistra o destra ci si sarebbe arrivati comunque.

Altri spunti... Aspirina... non è niente... ormai la si può prendere come caramella se mi presento in farmacia chiedendone 50 scatole, il farmacista quanto meno mi guarderà perplesso... suppongo che probabilmente per diversi motivi si rifiuterà (credo, spero..) ma se al supermercato riempo il carrello la cassiera cosa può fare oltre che passare il lettore dei codici a barre?
Direte che è ora che l'individuo si assuma le responsabilità, potrei essere d'accordo... ma allora rendiamo libero tutto ma proprio tutto....

Discorso economico, non credo che ci saranno differenze di prezzo enormi, si la grande catena potrà sul quantitativo spuntare un prezzo più basso o diminuire il ricarico tanto guadagnerà sulla quantità, inoltre non deve pagare un laureato per vendere i medicinali, li mette sullo scaffale e amen.

Il discorso prezzo può cambiare solo con delle leggi internazionali nuove sui brevetti, capisco i costi sulla ricerca ma non è giusto che un bene dell'umanità possa essere monopolizzato per decenni in maniera non da garantire il rientro e un onesto guadagno bensì la speculazione, finchè si permetterà la speculazione avremo farmaci dannosi e costosi, se si ritornasse alla ricerca per amore della vita e non per il guadagno, i farmaci realmente utili troverebbero un giusto prezzo alla portata di tanti direttamente e di tutti indirettamente.

Scusate la lunghezza, mi fermo ma ci sarebbe ancora... lascio spazio a voi
guarda che il decreto prevede che al supermercato ci sia un farmacista.. è una grossa occasione di lavoro per tanti giovani che si laureano.. è ora di finirla che il farmacista puo' farlo solo il figlio di un'altro farmacista... le corporazioni sono una cosa medioevale e fascista... se è libero mercato, deve essere per tutti... anche per i professionisti...
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