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Vecchio 31-03-2009, 21.13.18   #3
jezebelius
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Finchè si tratta di qualcuno che deve fare qualche mese di degenza (per esempio una persona che conosco con un incidente di auto si è rotto delle costole, gamba etc..) è un conto, ma se la situazione è più o meno stabile?

Diventa una situazione stabile nella instabilità considerando che gli spazi non soltanto fisici ma anche, forse, psicologici e oltre si assottigliano ovvero si mostrano nei confini meno marcati.
Insomma si può dire che un degente, ancorché nella situazione appunto instabile nella quale si presenta, tende, per la sua condizione, a generare una serie di limitazioni le quali a loro volta incidono sulla vita della famiglia.

Del resto non potrebbe essere differente.
Se da un lato si " sconvolge " l'ambiente, questo, a sua volta, diviene un pozzo deputato a risucchiare qualsiasi cosa - dall'attenzione al degente appunto, come anche tutto ciò che " capita " in quel contesto - cambiando la conformazione dell'ambiente stesso.
La cosa, nello specifico, diviene più marcata quando si vive tale condizione in un ambiente di piccole dimensioni. Se ne avverte il peso e con lui quasi una volontà a scrollarsi di dosso la pesantezza che ne deriva.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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