Discussione: Punti di osservazione
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Vecchio 26-12-2011, 02.53.55   #29
griselda
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Predefinito Ridere a crepapelle

Oggi ho fatto due risate di quelle che ti sciolgono dentro, di quelle sane risate che paiono farti stare bene come se nel corpo si prigionasse qualche chimica benefica. La sensazione che provavo era proprio di uno stato di benessere che si ripercuoteva nel corpo una bella sensazione insomma.
Sono scaturite entrabe da racconti di una persona con la quale finalmente penso di essermi riconciliata e questo fa bene ad entrambe. Ma non era questo il punto.
Quello che vedevo era che mentre stavo ridendo c'era una piccola parte di me che non si scioglieva non si lasciava andare aveva paura la seconda volta ho cercato di sentire cose mi portava e di vedere il ricordo collegato e mi sono ritrovata là nel passato quando mi veniva detto: va che il ridere va in piangere! Addirittura c'era un detto che recitava: chi ride di venerdì piange di sabato domenica e lunedì. E diverse volte mi ricordo di aver cercato di ricordarmi di non farlo al venerdì per poi aver paura degli altri giorni a seguire...altro che suggestionabile di più
La paura di dover pagare un dazio per quella piacevole risate che se mi fossi lasciata andare troppo avrei dovuto passare dall'altra parte e soffrire per aver goduto di quel momento di benessere. Era come se la mente fosse una guardiana, come se facesse da controllore alle mie emozioni a ciò che il mio corpo provava e dirigesse poi il da farsi o spingendo con la paura verso la repressione o concedendo la possibilità a continuare se non si fosse esagerato. Da non potersi lasciare andare.
Questo evidentemente è registrato in me.
La mia azione è stata quella di dire: chissene frega, voglio godermi questo attimo il resto non è di mio interesse, non c'era niente di male nel ridere era un ridere pulito, eppure ancora adesso nel scriverlo il tonfo l'ho sentito è stato leggero ma c'è ancora li dentro a provocare l'antica paura che deve andarsene lasciando il suo posto al normale vivere del presente.
Questo è lo stesso tonfo della ballerina mi da l'idea che sia sintomo di un qualcosa di istintivo registrato nell'inconscio e che impedisce di rimanere nel presente.
E' stato così bello ridere fa sentire vivi fa scappare la paura si lo so che inebria un po', che il riso abbonda sulla bocca degli stolti, però a volte è quasi necessaria una risate di questo calibro e credo che questo tipo di grandi risate o comunque la possibilità che ci raggiunge creando l'occasione faccia parte di quel tutto che ci conduce in pratica credo che lo mandi la Provvidenza come tutto il resto.
La mente ancora no mi molla e cerca comunque anche ora di convincermi che se avessi magari riso sino al pianto sino a lasciarmi andare dalla parte opposta avrei risolto il problema del ritorno ma a me pare controllo, se doveva succedere sarebbe successo.
Quindi la paura non ha ragione di esistere.
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