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Vecchio 25-06-2006, 13.22.23   #16
Uno
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Originalmente inviato da Haamiah
A proposito, più volte ho sentito ripetere questa cosa del nascere con la camicia, cosa implicherebbe tale eventualità?
la corrispondenza fisica che il popolo osservando ha denominato "nascere con la camicia" è che alla nascita il bambino è ancora avvolto da residui di placenta in maniera diversa dal solito, non "sporco" solamente..
A livelli più sottili "nascere con la camicia" significa nascere con una dotazione energetica diversa dal comune....

Citazione:
Originalmente inviato da Haamiah
Si danno differenti significati al termine meditazione, secondo
certe interpretazioni è uno stato dell'essere, non necessariamente ricercato, si può 'meditare' in qualunque momento. Però la meditazione in senso stretto dovrebbe essere quella che ci insegna lo Yoga o i mistici di ogni tempo: seduti in posizione eretta, ritiro dei sensi, vuoto mentale, attenzione sul respiro.....
Ma se non è così semplice, da come dici, distinguere una vera 'meditazione' da un semplice rilassamento o concentrazione, da cosa si dovrebbe 'evincere' che si stia procedendo in modo corretto?
Certo chi dovesse giungere al Shamadi, non avrà dubbi al riguardo, ma chi dovesse trovarsi in una via 'intermedia'?
Un'ultima domanda; secondo molti Maestri per praticare Yoga e meditazione è necessario intraprendere una alimentazione vegetariana, oltre che uno stile di vita sano e corretto(niente fumo, niente alcool etc)
altrimenti non si andrebbe da nessuna parte; secondo altri Maestri tutto ciò non sarebbe affatto necessario; come si fa a conciliare due posizioni così discordanti, è vero che la 'Verità è una terra senza vie', però quì la dissonanza mi pare eccessiva

Beh anche il Samadhi non è che sia proprio sicuro al 100% ci sono delle condizioni fisiche che lo emulano a livello nervoso, in definitiva non c'è nessuno che ci metterà un timbro di autenticazione, del resto non è quello che interessa chi cerca.
Si si può vivere in uno stato meditativo costante e questo dovrebbe essere un punto di arrivo (o meglio di partenza) per tutti, trovare la perfetta integrezione tra la propria individualità e il tutto.
Una via di mezzo? Si c'è chi parla di stati meditativi, non hanno molto senso però... se vedi un oggetto bianco è bianco, se nero è nero... una via di mezzo è grigio e non puoi dire che un bianco di mezzo... e questo esempio rende fino ad un certo punto quello che è, in definitiva c'è una specie di salto che fa "entrare" realmente in uno stato meditativo.
Dare dei "sintomi" ha poco senso, anche perchè comunque una certa soggettività nel riportare le sensazioni al personale, il passaggio al verbale, alterano la realtà dell'esperienza, comunque alcune cose sono comuni e per quanto si possano usare parole diverse credo possano rendere l'idea.
Un senso di comunione con tutto (cosa presente anche nell'espansione/contemplazione) un senso di percezione vivido della realtà (cosa presente anche nella concentrazione anche se limitato al campo della nostra concentrazione) un "arrivo" ed una "fine" della meditazione che non hanno dei punti percepibili... cerco di spiegarmi meglio, non può essere che uno "addormentato" magari impegnato in chissà quale attività possa mettersi seduto a gambe incrociate (cosa tra l'altro non indispensabile) ed entrare in meditazione di colpo, potrebbe avere un "flash", una rivelazione ma non un effettivo stato meditativo, in soldoni l'entrata o l'uscita sono molto ma molto sfumate... facciamo un esempio: un atleta che corre 100m in tot tempo non che quando non corre è un flaccido che sta sempre in poltrona, è sempre in allenamento e poi in certi momenti da fuori la prestazione agonistica, in meditazione similmente solo chi vive in un certo modo può "entrare" in meditazione reale.
Qui ci ricolleghiamo al discorso alimentazione etc... anche se un pò fuori tema un breve escursus da approfondire a parte ci sta, ci sono diversi approcci alla Ricerca, nella discussione su Gurdejiff Kael ci ha introdotto alle tre vie principali che ritroviamo in ogni tradizione al di la dei nomi.... la cura dell'alimentazione è una via che tenta di eliminare ogni possibile disturbo corporeo perchè ci si possa concentrare sullo Spirito. Questo va bene a chi ha problemi dallo staccarsi dal corpo, inizialmente, dopo però se non si impara proseguire malgrado le distrazioni si rimarrà sempre limitati. L'esempio che mi sembra meglio attinente è quello del monaco che si ritira in un convento per non avere tentazioni dall'altro sesso (anche questa una cosa parziale nella ricerca, prima o poi ne parleremo per bene) e finchè sta nel convento va bene, poi la prima volta che va in città si trova sommerso da impressioni sensoriali che lo colpiscono da tutte le parti, quindi lui non ha il "controllo" degli impulsi sessuali, li ha semplicemente soppressi.



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