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Vecchio 11-04-2010, 09.13.07   #40
diamantea
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La piccola fiammiferaia

AMBIENTAZIONE. E’ l’ultima dell’anno. Le strade sono tutte deserte, è il momento in cui tutti pensano al divertimento, al cenone.
Una bambina infreddolita, affamata e poco coperta si ritrova a dover vendere i fiammiferi per strada.
Sembra una tragedia annunciata. Il padre dovrebbe sapere che non è la sera più adatta agli affari.
Parte da una condizione estrema in cui la bambina ha fame, freddo, ha la testa e i piedi nudi, e nevica, nessuna possibilità di vendere fiammiferi e l’impossibilità di tornare a casa a meno che di essere picchiata.
La madre con molta probabilità vittima anch’essa della cattiveria del marito non può proteggerla, le offre solo le ciabatte già usate da lei, larghe e lise che la bimba perde quasi subito.
E’ molto probabile che giunga la morte per le condizioni estreme in cui si trova.
Anche se dovesse tornare a casa senza soldi, il suo corpo livido potrebbe non resistere alle sicure percosse del padre.
Nessuno la salverà quella notte.
IL TEMA: la fame e il freddo. Sono bisogni primari legati alla sopravvivenza e all’affettività. Alla bambina è negato il diritto di essere amata, nutrita, scaldata e protetta.
La fame e il freddo potrebbero essere estesi in senso figurato anche alla fame d’amore, e al calore affettivo.
La fame è alimentata dai profumi degli arrosti che si diffondevano nella strada. Il freddo causato dai fiocchi di neve che cadevano sui suoi lunghi capelli biondi. Il disagio della bambina aumenta con gli stimoli che arrivano dall’esterno e le fanno intuire che altri stanno al caldo con buon cibo nel piatto.
La condizione sociale ed economica decide il destino di una bambina.
La paura/consapevolezza: Non osava ritornarsene a casa senza un soldo, perché il padre l'avrebbe picchiata. Si sente senza via d’uscita.
La risorsa: Teneva nel suo vecchio grembiule un gran numero di fiammiferi che non era riuscita a vendere. E’ l’unica risorsa ma è consistente.
L’azione: Per riscaldarsi le dita congelate, prese un fiammifero dalla scatola e crac! la bambina si concede il permesso di accendere i fiammiferi per scaldarsi.
Nei bisogni primari, la priorità viene data prima al calore, poi al cibo “chi ebbe cibo morì, chi ebbe fuoco visse” dice un detto. Anche qui c’è da precisare che il primo calore di cui ha bisogno l’uomo è quello dell’amore , dell’affettività. I neonati nutriti di cibo ma non d’amore, di contatto fisico non sopravvivono.
La creatività: Si accese una luce bizzarra, alla bambina sembrò di vedere…
La creatività la aiuta a trasformare la disperazione in gioco che la rende felice. Nell’energia creativa e ludica i bisogni primari si sublimano, non si avverte la fame o il disagio psicologico della realtà da cui ci si sta allontanando.
Ha i fiammiferi e la fantasia a disposizione come uniche risorse per realizzare i suoi desideri: calore, cibo, aria di famiglia con tavole imbandite, alberi di Natale e giocattoli.
La bambina pensò allora alla nonna, che amava tanto, ma che era morta.
Le nonne in genere sono più libere di amare i nipoti, magari vedove da marito despota riscattano il loro bisogno negato di amare i figli, come potrebbe essere per la madre della bimba, attraverso di loro.
L’intuizione: - Nonna! - gridò la bambina tendendole le braccia, - portami con te! So che quando il fiammifero si spegnerà anche tu sparirai come la stufa di rame, l'oca arrostita e il bell'albero di Natale.
La bambina intuisce che la fiamma da solo visioni momentanee. Riesca a discernere la realtà dalla fantasia. Nella morte vede la possibilità di uscire da un destino inesorabile.
Il Tempo:

Il qui e ora, La bimba soddisfa tutti i suoi bisogni, realizza tutti i suoi desideri nel presente, nel qui e ora, non rimanda, ha una sola possibilità e la utilizza come sente meglio. Poteva non accendere i fiammiferi e morire disperandosi, piangere, abbandonarsi al suo destino, tornare a casa e subire le percosse.
Ma lei sceglie di vivere nel momento, realizzando attraverso la creatività ciò che aveva nel cuore, compreso il desiderio di raggiungere la nonna in cielo, sottraendosi ad una vita che non vuole.

Non è una bambina qualsiasi. E’ intelligente, a contatto con i suoi bisogni e desideri, conosce la paura e il pericolo, ma è anche stata amata dalla nonna, forse anche dalla madre anche se non può proteggerla.
E’ proprio quell’Amore che ha conosciuto, dato e ricevuto che le da la salvezza, la felicità che desidera. La morte è l’evento liberatorio da una condizione estremamente negativa, a cui potrebbe non sottrarsi mai, come è per la sua mamma.

La morale: quando si è senza via d’uscita, con poche risorse e la morte sembra l’unica soluzione possibile, la creatività aiuta a trasformare anche il più tragico dei momenti in un sogno bellissimo.

Ultima modifica di Uno : 11-04-2010 alle ore 11.30.14. Motivo: ho evidenziato i punti principali
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