Discussione: Il mondo che verrà
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Vecchio 05-10-2008, 23.17.07   #8
Astral
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Se tu sei in cammino, io mi sa che allora sto proprio fermo o sto camminando all'indietro.

Ho scritto se ogni cosa lo turba, non è riferito a te, ma al discorso di chi cammina su un sentiero spirituale ( quindi a tutti), non mi permetterei mai di fare riferimenti personali, anche se poi magari all'altro pare di coglierli.

Penso che i tuoi sfoghi sono condivisi, e per cercare un po' di solidarietà, non credo proprio che faticherai a trovarla. Quello che volevo dire, è il fatto di non sottovalutare il discorso dei media, ed anche alla strumentalizzazione che le nazioni ne fanno ( una piccola crisi economica può diventare universale).
Questo perchè conosco che c'è dietro alle pubblicità e alle notizie, e alle sensazioni ed emozioni che vogliono imprimere nella gente.

Basta dire infatti che c'è un epidemia ( come nel caso Sars) che tutti si vaccinano. Poi calcolando che questo paese ( scusate se la frase può sembrare anti-nazionalista) il terreno per alimentare paure e superstizioni è molto fertile.
Certo che sono preoccupato della crisi economica ( voglio dire vorrei costruirmelo un futuro) e ancor di più sono preoccupato per le condizioni ambientali, forse queste per me sono ancora più importanti di quelle economiche.
Ci preoccupiamo se siamo precari, se il lavoro ci va male, o se aumenta il prezzo del pane, ma ci preoccupiamo poco delle risorse naturali e francamente ciò che ci può offrire la natura è strettamente correlato alla ricchezza materiale.

Chissà sarò un ottimista inguaribile, ma forse questa situazione potrà risvegliare, quella parte rivoluzionaria che c'è dentro di noi e per rivoluzionaria non intendo fare casini contro i governi e i poteri ( anche però) ma intendo quella parte creativa che è collegata all'intelligenza ( che è capace di adattamento all'ambiente no?) che trova soluzioni ovunque. Oggi invece le soluzioni ce le da il benessere, e ci ha atrofizzati anche un po' il cervello.

Capitano anche a me i momenti di preoccupazione, sconforto, dubbio, ma personalmente quando mi ci cruccio troppo (parlo per me) rifletto sul fatto che forse faccio cosi perchè ho bisogno di sentirmi rassicurato o al sicuro. Li condivido anche, ma a volte ho l'impressione che facciano da catalizzatore sulle preoccupazioni degli altri che invece di trasmettere poi sicurezza, ricatalizzano le loro di preoccupazione, e poi si entra in un circolo chiuso.

Non ce l'ho con nessuno quando parlo appunto di proiezione del pessimismo, ma cercavo di condividere in questo discorso, la mia esperienza, dato che a mio avviso il problema non è mai la crisi economica o la crisi ecologica, ma sempre ciò che suscita dentro di noi e che mettiamo alla gogna.

Quindi spero che questa volta mi sono spiegato, e che nessuno si offenda, ma carpisca il contenuto di dove volevo estenderlo, poi male che va sono OT


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