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Vecchio 16-06-2010, 11.32.27   #10
griselda
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
E' una delle tante dicotomie, se non esistesse la morte non potremmo percepire la vita.
Potremmo anche dire che la vita è questo momento di cui siamo coscienti (più o meno) in mezzo alla morte.
Tramite le memorie tramandate, e le analogie con le vite animali e vegetali più brevi delle nostre, sappiamo, quanto meno razionalmente, che in periodi lunghissimi di non vita di un soggetto/entità si inserisce un periodo breve (lo è sempre rispetto al totale di esistenza/non-esistenza) di vita.

Per comprendere la vita dovremmo partire dall'esistenza.
Esiste ciò che esce, emerge dalla non esistenza, se vogliamo visualizzare la cosa è la terza dimensione che fa esistere in questa realtà ciò che già è nelle due dimensioni, due dimensioni che in questa realtà non esistono se non concettualmente.

Quindi tutto ciò che ha un qualche tipo di corpo esiste, ma la vita come la inquadriamo?
Vivere è la capacità di di quella terza dimensione che emerge di muoversi, di relazionarsi con altre esistenze, di produrre altre esistenze e anche distruggerne.
In questa ottica anche una montagna ha una sua, seppur limitata vita. Se mi frana addosso mi uccide e l'entità Uno cessa di esistere.
Viceversa potremmo affermare alla maggiore capacità di muoversi, di relazionarsi, percepire, creare e distruggere etc.. corrisponde un grado di vita o vitalità maggiore.
Mi hai fatto pensare al tracciato grafico di un elettrocardiogramma, dove la vita è paragonabile all'impulso che alza la traccia del grafico....

I regni minerale, vegetale e animale qui sulla terra anche se in stati vibrazionali diversi, sono anch'essi tre dimensioni diverse. Poi ci sono tre dimensioni diverse ancora che sono quella fisica, mentale ed emotiva tre mondi anch'essi diversi e stati vibrazionali diversi.
La quarta dimensione: il tempo?
Allora dovrebbe essere relativa se al nostro, sulla terra (3 dim) al rialzo del grafico ma se relativa anche alla apparente non esistenza a tutto il grafico. Le parti piatte collegano le varie vite, in cui lo spirito si incarna.
La quinta dimensione cos'è?
E' forse quel mondo, quella dimensione dove siamo quando non siamo qui in questa dimensione? Ovvero quando siamo nel grafico piatto del nostro ipotetico e simbolico elettrocardiogramma?
Ed è lo stesso dove una parte di noi si ritira durante il sonno?

Non ho poi neppure ben compreso l'ultima parte dove riprendi la dicotomia iniziale e mi pare che dici che più siamo completi, quindi interi e più il nostro grado di vitalità/vita è maggiore, che quindi non dovremmo farci mancare niente...ma non so bisognerebbe espandere faccio fatica a capire
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