Discussione: La "Parola"
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Vecchio 30-01-2007, 13.12.17   #21
Kael
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La parola, che è un suono, veniva veicolata inizialmente solo foneticamente. Poi, con l'introduzione della scrittura, si diede una "forma grafica" ai suoni per "fissarla" sui libri.

Se ci si pensa, quando si dialoga con qualcuno a voce, avviene uno scambio di onde sonore, vibrazioni... nulla più. E' aria "viva" che esce dalla bocca e va a convibrare con il timpano dell'interlocutore... Da una semplice vibrazione, il suo cervello elabora poi il "senso" di ciò che l'altro gli sta dicendo.

In occidente la scrittura si avvalse di simboli, ogni lettera corrispondeva ad un suono e più suoni insieme formavano una parola. In oriente invece (geroglifici egizi ma soprattutto ideogrammi cino-giapponesi) si dava un segno direttamente alla parola, per cui è facile notare come anche visivamente gli ideogrammi abbiano un significato visivo oltre che sonoro.
L'ideogramma Dai (=grande) rappresenta appunto un uomo con braccia e gambe allargate, come a rappresentare qualcosa di molto grande (il classico pesce del pescatore): ma al contempo tale ideogramma era associato anche ad un suono e pertanto aveva due significati... "diversi seppur simili".
Per il letterato che sapeva leggere, gli ideogrammi avevano un senso, mentre per il contadino analfabeta che ascoltava solo il suono ne avevano un altro... (e poi c'era, e c'è, anche chi li sapeva/sa mettere insieme...)
Da noi questo non succede. La lettera B, o la D, non hanno un senso di per sè (o forse anche si, ma sono andati persi nel tempo...) e ci resta pertanto solo il senso del suono...
Per il sanscrito poi, se le onde sonore (invisibili ad occhio nudo) che si manifestano sulla sabbia danno orgine esattamente al segno grafico che le rappresenta, la questione diventa quanto mai interessante...
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