Discussione: Ora et labora
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Vecchio 02-01-2009, 15.10.28   #21
Uno
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Originalmente inviato da nikelise Visualizza messaggio
Spesso quando faccio attivita' fisica cerco la distrazione ,ad esempio la tv ,per far scorrere il tempo e non avvertire la fatica.
Devo dire pero' che quando ho il coraggio di far tacere tutto e di concentrarmi su me stesso la '' distrazione '' e' stata ben piu' efficace .

Questo è vero, però se tu riuscissi a portare lo stesso l'esercizio al massimo della concentrazione (l'esercizio in questo caso, non te) e anche ad essere ben presente alla distrazione otterresti un effetto che spiegare a parole è complicato anche se poi ci provo.
Sia chiaro che io per primo dico che fare una cosa bene, bisogna fare una cosa alla volta perchè generalmente non siamo capaci di fare neanche una cosa per volta bene, neanche quelle cose che facciamo da una vita, ma qui stiamo parlando di cose diverse...
Quote:

Distarre : rompere , spezzare, separare , separare il corpo dalle altre facolta' o meglio separare le altre facolta' dal corpo ,questo e' l'effetto che si vuole raggiungere con la preghiera o la meditazione?.

No al contrario, lo scopo della meditazione, per quanto imprecisa ed incompleta come definizione è l'integrazione di tutte le nostre parti. Lo scopo della preghiera è, sempre con definizione incompleta ed imprecisa, chiedere, prepararsi a ricevere, ed assorbire il Tutto.
Quote:


Ma perche' insieme?
Non sarebbe piu' semplice meditare e basta?
Fare le cose insieme cosa aggiunge?
Se prendi in considerazione la definizione che do sopra di preghiera, forse riusciamo a districare la matassa. Siamo abituati a considerare la preghiera come una richiesta per qualche piacere da indirizzare a qualche divinità (che siano anche dei Santi), così facendo togliamo parecchio al vero e reale gesto della preghiera, che un'azione (azione, si anche se unita a ricezione) tesa all'assorbimento del Tutto/nel Tutto.
Se mentre lavoro (realmente) prego (realmente), vuol dire che sto da una parte consumando energie che sono nella mia disponibilità in quel momento (non sono mie, nulla è mio) mentre dall'altra assorbo, in un contatto con il Tutto, dall'Universo la capacità e la possibilità di lavorare sempre meglio.
Questa capacità sempre maggiore, che corrisponde ad uno sforzo, modella il mio corpo (non solo fisico) ad essere sempre più preparato, organizzato, pronto....

Usando un'altra "metafora" è come se noi per vivere attingessimo sempre acqua da un paio di secchi, mentre uno si riempie noi usiamo l'altro... i due secchi per l'uso normale che facciamo dell'acqua sono dimensionati in maniera tale che non ne rimaniamo mai senza. Se noi riusciamo a finire il primo secchio e passando al secondo secchio finire anche questo prima che l'altro si si riempito, poi ripassare al primo etc... fino a che riusciamo a svuotare entrambi completamente (cosa rara e difficile) ecco che siamo costretti ad prendere l'acqua da un serbatoio ben più grande, quello che è riempie i secchi e che si riempie direttamente dal mare.... usando quel serbatoio abbiamo a disposizione capacità che oserei definire immense.

Chi riesce a pregare e lavorare (che per assurdo potrebbe anche essere camminare in un certo modo) ai massimi livelli raggiunge uno stato che potremmo definire euforico, anche se non è esatto, la percezione si espande, il pensiero diventa più limpido e moltissime altre cose. A dirla sembra semplice e facile, in realtà non lo è per nulla
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