Discussione: Il Profumo
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Vecchio 27-09-2006, 22.26.23   #2
Shanti
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Mi è capitato tra le mani due mesi fa, grazie al regalo di un Amico, e dopo un paio di giorni l’ho cominciato mentre mi trovavo a Parigi, quindi sono rimasta subito colpita dal fatto che la storia fosse ambientata, non solo nella Francia del diciottesimo secolo, ma che avesse il suo inizio proprio nella capitale. L’ho letto tutto d’un fiato nella strada del ritorno.
Posso capire Era perché la tua amica l’ha definito in quel modo. E’ uno di quei pochi libri che sono riuscita a leggere a tutti e tre i livelli contemporaneamente: con la testa, con il cuore e con il corpo. Tanto da avere l’impressione di sentire per davvero gli odori e profumi descritti, e immaginando quelli mai sentiti. Ma questo libro è molto di più, per questo spero che con il film riescano a renderne l’idea, anche se io preferisco sempre leggere comunque.

C’è a mio parere tutto un percorso iniziatico in quei capitoli. Si parte dalla nascita del protagonista, Jean-Baptiste Grenouille, da una madre sciagurata che lo fa cadere tra le mosche e le teste tronche dei pesci , è un sopravvissuto fin dall’inizio, una zecca, un rejetto considerato un mostro proprio per il fatto che non ha nessun odore.
C‘è la sua passione, il suo sogno: cioè quello di riuscire a estrarre da ogni cosa l’essenza usando il fuoco, l’acqua e il vapore. Perché l’essenza, questa anima odorosa, è la migliore di ogni cosa e tutto il resto, il residuo è superfluo, involucro da buttare.
C’è il suo senso di fallimento quando crederà di non poterlo fare, che lo porterà alla malattia e al desiderio di morte. C’è la guarigione immediata, il miracolo appena ritroverà una piccola speranza di riuscita.
C’è la sua notte buia dell’anima, quando si renderà conto di non avere alcun odore, il suo isolamento dal mondo. Mondo a cui tornerà dopo sette anni di solitudine totale, vivendo all'interno di sè tra i profumi raccolti, vivendo soltanto nella sua mente. E ritornerà con una missione, che diventerà lo scopo della sua esistenza. E cioè il creare, dopo aver conservato e immagazzinato nella sua memoria tutti gli odori fino a quel momento percepiti, il profumo perfetto per sé.
C’è alla fine il senso della comunione. C’è l’estremo sacrificio nel nome dell’Amore. E la parola amore è quella che conclude questo libro infatti.

Splendido.


“Colui che domina gli odori,
domina il cuore degli uomini.”
Patrick Suskind
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