Discussione: Vendere l'Anima
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Vecchio 08-07-2008, 12.33.12   #15
jezebelius
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Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
Oggi siamo abituati ad associare la parola vendere solo nel caso in cui diamo qualcosa in cambio di denaro, ancora usiamo modi di dire tipo : " ti sei svenduto, vali di più" però li usiamo solo metaforicamente. Invece la vendita è un contratto in cui si da un bene in cambio di un pagamento, che questo sia in denaro o in altri beni poco importa.

Ciò che Stella ha detto: "L'unico acquirente attendibile di un'anima è solo uno, il diavolo", è sostanzialmente corretto utilizzando termini di molte Tradizioni (il diavolo non è solo Cristiano e Cattolico) ma non va letto come arriva il tizio con le corna, gli zoccoli di capra etc etc...
In realtà data la nostra capacità ordinaria di volere che se non è pari a zero è molto vicina, pochissimi sarebbero in grado di concludere ed onorare una vendita in un'unica trance, la svendita normalmente può avvenire solo a pezzetti, come negli esempi che avete fatto.
In sostanza ciò che è un limite (la nostra incapacità di volere realmente) alla crescita è anche all'opposto un'ancora di salvezza nell'impedirci di andare a fondo di colpo.
Poi nel gioco dei corsi e ricorsi la faccenda si ribalta ancora, se andassimo a fondo di colpo ci renderemmo conto per forza della differenza, ammesso di averne la forza potremmo tornare su, in una lenta diluizione del nostro Io (o quel poco che abbiamo) non ci accorgiamo se non stiamo più che attenti.

C'è differenza si tra vendere e mettere l'anima, però bisogna comunque distinguere casi e casi e stare attenti a non farsi fregare.In estrema sintesi per mettere l'anima in una cosa con risultato evolutivo positivo bisogna tenere sempre un certo distacco (oltre che metaforicamente rende anche visivamente il concetto).
Se io metto l'anima nella cucina, nel diventare un cuoco provetto è cosa buona, ma se mi strafogo fino alla nausea ogni piatto che cucino valutate voi..... vengo posseduto, mi attacco all'oggetto, non sto più io decidendo di metterci l'anima, mi viene risucchiata.
Se io (quell'io che quindi è nucleo "prima" dell'anima) mantengo un certo distacco ecco che riesco a concludere positivamente l'esperienza.
Provo a fare un sunto, anche per vedere se ho capito.
Insomma possiamo dire che è " un bene " il fatto che non riusciamo, data la nostra incapacità di volere pienamente e realmente, a concludere una transazione. Non abbiamo/possediamo gli strumenti per fare in modo, casomai riuscissimo a volere d'un colpo e quindi ad andare fino in fondo nel contratto, per sopportare la " perdita" che ne verrebbe. L'Io per questo funge da " misuratore" di una ( eventuale ) perdita ma per attivarlo, saperlo leggere, è necessario stare attenti. Dal discorso attenzione, poi, tutto ciò che ne consegue.

Se questo è un limite, però, in quanto rappresenta una sorta di valvola di sicurezza - che ci protegge in un certo senso, facendo in modo che questi " pezzi " di anima vengano risucchiati un po alla volta - in varie attività/azioni per permettere la vita forse, per altro è un limite alla " crescita" poichè stando al di sotto di quello, appunto si rischia di non crescere ( spiritualmente parlando), mentre al di sopra si rischia di " dare troppo " e per questo consumarsi prima.
A sto punto, date condizioni iniziali di partenza, bisognerebbe trovare e " costruire" il modo per non perdere tali pezzi ma se proprio bisogna investirli, farlo in attività che contribuiscono ad una evoluzione interiore.
Dunque in attività/azioni che mi permettono di costruire o iniziare la costruzione, seguendo un metodo, il distacco da mantenere ( però non da confondere con distacco dalla situazione che si vive, altrimenti non la si vivrebbe! ) ci consente di centellinare i pezzi a disposizione per un fine direi, passatemi il termine, " alto"; ovviamente posto in relazione a ciò che si vuole conseguire.
Dunque qui e da qui, una differenza tra " mettere l'anima " e " vendere l'anima".
Posso farlo per qualsiasi cosa ma se lo faccio per " crescere " interiormente ne avrò un vantaggio inerente, come contropartita. Se lo faccio, e posso farlo dipende da ciò che voglio, per l'acquisto di un auto, anche li ne avrò un vantaggio, ci mancherebbe. Dipende vedere solo, però, a quale si attribuisce più peso ed importanza.
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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