Discussione: Vergogna
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Vecchio 11-11-2008, 12.49.33   #36
griselda
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Io dividerei vergogna che è data da non voglia di cambiare e vergogna da non accettazione di una parte di se.

Cerco di spiegarmi, perchè secondo me anche la reazione è diversa la prima se mi fanno vergognare mi arrabbio, perchè non voglio cambiare l'altra invece arrossisco.

Il rossore avviene secondo me quando c'è una sofferenza, quando arriva immediatamente il centro emotivo a ricordo di un qualcosa di non accettato.

E' come se io avessi perso una gris da qualche parte, nel momento in cui la gris si è scissa tramite un taglio, quella gris tagliata è rimasta a girare da qualche parte dentro di me, perchè considerata inadeguata/sbagliata ecco che quando il movimento emotivo me la riporta a galla lei non sa cosa fare se non arrossire io lo percepisco come una luce che va a puntare su di lei su quella gris, quella che ho relegato in angolo di me stessa, non la voglio vedere non esiste perchè mi ha fatto stare male, l'ho cacciata via e solo il pensiero che esista mi manda in tilt, in getta in quel vuoto in cui la paura della sua esistenza di quello che mi ha portato come esperienza mi lascia esterefatta.
Del tipo: oddio e se la scoprono come l'ho scoperta io?
Non voglio è questo non volere che fa scattare il rossore è un lanciarsi lontano da lei.
Alla base quindi credo ci sia un non accettare che esista che sia esistita anche se ora non è più in grado di agire, perchè le ho tolto le chiavi della prigione dove l'ho rinchiusa, e lei nel momento che rivive, ecco che sale con la potenza della vergogna che ho provato quando è stata scoperta.

Faccio un esempio se uno è stato scoperto a rubare ma ha tagliato fuori la parte che ha rubato con il rossore essa si rifà viva non perchè vorrebbe rubare di nuovo, anzi le è impossibile perchè è chiusa da qualche parte, è il pensiero che possa essere trovata/vista da qualcuno che fa arrossire, questo nasce in una situazione in cui è palese che i ladri ruberebbero, ma non essendoci più quella parte non può rubare ma ecco che rimane il rossore come a segnalare che però esiste da qualche parte, è la paura della sua esistenza che fa arrossire.
Insomma è qualcosa che gira a vuoto dentro di noi che non trova collocazione è parte nostra ma non è stata inglobata resta dispersa inconosciuta non accettata non perdonata, come un figlio ripudiato dalla madre.
Questo è ciò che sento io.
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