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Vecchio 01-10-2008, 12.06.31   #1
jezebelius
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Predefinito Egoismo ed insensibilità

Approfitto per raccontare una cosa che ho visto o meglio che mi hanno fatto vedere più o meno totalmente.

Mi sono accorto insomma che quando c'è qualcosa che si mette sulla mia strada o anche solo un'azione fatta da altri od una situazione che cozza con quello che ho progettato/pensato in quel momento, mostro una parte cattiva di me.
Divento un egoista della miseria ed in questo egoismo ci sta pure l'insensibilità nei confronti di chi mi ( si ) " mette " davanti la sua necessità o urgenza o che altro.
Mi è capitato di vederla spesse volte sta cosa, questo comportamento ma non ci avevo mai posto la dovuta attenzione.
Ieri, per l'ennesima volta mi si è messa davanti una situazione per cui da quel che avevo pensato di fare ( per me ) è arrivata una richiesta di aiuto, non grave per intenderci ( ma anche qua ho usato il mio parametro in quanto una cosa grave per l'altro, per me, in quel caso, non lo era ).
Insomma, uno scombussolamento dei miei piani, anche fosse stato prendere un gelato.
Ora, anche se fisicamente non potevo dare, fornire aiuto, potevo fare ben poco, la richiesta c'è stata e probabilmente con la mia presenza avrei potuto dare sollievo. Non l'ho fatto!
Anche se sono andato mi sono comportato una chiavica ed il mio atteggiamento ( del tipo sta cosa da risolvere è semplice, quindi non hai bisogno del mio aiuto ) non era, e non è stato, per nulla costruttivo e di aiuto.

Mi fa pensare tutto ciò, perchè gia, in fondo, faccio una differenza tra " cose semplici " e " cose difficili" ( come se per tutti fosse obbligatorio fare questa differenza, senza pensare che ognuno ha il suo metro di valutazione; ad esempio una gomma a terra per uno che la sa cambiare e sa cosa fare quando accade potrebbe essere facile rispetto a chi non ha mai avuto questo tipo di incoveniente ).
Altra cosa che ho visto è che divento un carro armato, una specie di corazza ambulante della serie: " devo fare questo che ho pensato, nessuno può mettersi davanti, se lo fa lo travolgo e non è colpa mia: è lui che mi si è messo davanti!". Insensibilità appunto.

Ma la forte esperienza, sta nel fatto che nel mentre analizzavo questa cosa con chi me l'ha fatta notare, anche se non in questi termini, è stata la sensazione e la " visione" che ne è scaturita.
Ero al buio, parlavo al telefono, e d'un tratto è stato come gettare acqua sul fuoco. Non so come far passare questa cosa ma si avvicina, a chi ha visto l'esorcista, alla scena in cui si getta l'acqua sulla bambina che sbraita sul letto: inizia dimenarsi ed a sputare, si contorce.
Insomma una cosa non bella ( nel film ), ed io, addirittura, invece l'ho " sentita".
Ho sentito la parte " nera" che cercava di prendere il sopravvento, quella stessa parte che aveva condotto, e che conduce, le mia azioni quando " sono " un carro armato. Quella stessa parte che mi incitava a prendere in mano la situazione anziché stare li ad ascoltare, anche se costruttivamente forse, impassibile. Ancora adesso, comunque, calcia, sbaita, vuole uscire fuori...!

Probabilmente una volta vista, questa dinamica e tutto quello che ne è conseguenza, e dire dopo: " mi dispiace", non serve ( o serve? Secondo me si ).
Fatto è che mi rendo conto che probabilmente in quei momenti, c'è stato un'altro alla guida o forse io sono così e ancora non lo so.
Fatto è, ancora, che come è accaduto ho messo per l'ennesima volta me stesso davanti.

In questa situazione, ancora, ci vedo anche innanzitutto una foma di egoismo, si, ma pure una difficoltà ad indirizzarlo nel senso che approdo in una condizione estrema in cui l'essere determinato - cosa per cui non ho facoltà, in questo periodo ancora, a rendere palese ma in equilibrio senza essere in definitiva " drastico" - diviene una necessità.
Il farmi muovere dal pensare " Oggi ho pensato per me questa cosa e devo farla", non ha nulla a che vedere con l'essere determinato mi sa, anzi si evidenzia come una enorme difficoltà ad esserlo.
Un forzare insomma quello per cui dovrebbe venire spontaneo fare. Un egoismo male indirizzato che non è costruttivo ma distruttivo...
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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