Discussione: Vergogna
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Vecchio 14-10-2010, 10.14.14   #34
Edera
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[Vergogna: se vogliamo considerarla come qualcosa di negativo si può anche affermare che essa è una emozione che trascina l’intero individuo rispetto alla propria manchevolezza, perché è il rendersi conto di aver commesso qualcosa per cui possiamo essere valutati dagli altri in maniera completamente diversa da quella che avremmo voluto.]

Ho trovato questa definizione su wikipedia e penso calzi abbastanza. Quello che metto sotto accusa non è l'omaccione ma il mio sentimento di conflitto a entrare nel supermercato che non dovrebbe esserci. La domanda è: perchè c'è?
Allora in parte credo sia perchè non voglio essere valutata in modo negativo per non avergli risposto, tipo passare da maleducata ecc.. Ma c'è qualcosa di molto più profondo dentro di me, qualcosa che ha a che fare con un sentimento di vergogna più radicato, più antico, la sensazione che in qualche modo io l'ho provocato. Ma non è vero non ho fatto niente, non mi ha mai suscitato un filo di interesse nemmeno a livello immaginario, vedevo che mi guardava ma pensavo lo facesse per controllare che non commettessi qualche errore .
Prima del bigliettino infatti un altro giorno c'è stato un precedente. Da impacciata quale sono, una volta sono entrata per l'uscita al posto che per l'entrata(sono sempre di corsa) il buttafuori mi vide e mi riprese, io mi scusai. La volta successiva quando entrai dentro al supermercato venne da me e parlando piano mi disse che mi aveva corretto solo perchè c'era il direttore che lo guardava e che non voleva fare il cafone(parole testuali). Io gli sorrisi e gli dissi che non c'era problema che aveva fatto solo il suo lavoro.
Quello stesso giorno tentai di pagare una cassa di acqua passandola per intero sopra il lettore ottico ma avevo qualche difficoltà, mi guardai intorno e vidi il buttafuori che mi osservava, gli chiesi sentendomi goffa quale fosse il modo migliore per usare il lettore ottico. Lui estrasse una bottiglia e mi fece vedere come usare la pistola ottica, dicendomi che avrei dovuto passarla sul codice a barre della bottiglia singola dando alla cassa l'imput di moltiplicare per sei. Non mi ero accorta che il direttore stava ancora osservando (il supermercato è appena aperto quindi controllano molto).
Quando uscii il direttore mi beccò prima che salissi in macchina e si scusò per il modo in cui l'adetto mi aveva mostrato di pagare l'acqua, dicendomi di usare la cassa automatica come mi veniva più comodo. Al che sorrisi e dissi: 'Va bene grazie', pensando che il mondo a volte è proprio strano e che sia il direttore sia il buttafuori si paravano un pò il sedere usando l'immagine uno dell'altro.
Tutto questo per dire che le volta successive quando mi sentivo osservata dal buttafuori pensavo lo facesse perchè mi stava controllando non certo per altri motivi.
Invece trovo il bigliettino sull'auto con scritto che all'interno del supermercato non gli era permesso ma che gli sarebbe piaciuto invitarmi fuori ecc ecc..
Ora io non mi sento perseguitata dal buttafuori, non credo mi seguirà, pedinerà o simili, tra l'altro sono un tipo di ragazza che cammina la sera per strada senza problemi. Sono però d'accordo con Diamantea quando dice che in orario di lavoro dovrebbe fare quello e basta, poi fuori faccia come meglio crede non sta a me giudicare il suo approccio con le donne anche perchè francamente non me ne può fregar di meno
Vorrei solo sradicare quell'imbarazzo che per tutto questo tempo mi ha vincolato nelle scelte, impedendomi di entrare ancora dentro al supermercato. Vorrei capire dove nasce, perchè lo avverto anche se so di non avere fatto un bel niente, senza contare che quando entravo lì in genere ero uscita dal lavoro, senza tacco, senza trucco, correndo come un criceto e l'ultimo mio pensiero era risultare seducente agli occhi di qualcuno.
Non la voglio questa vergogna, non è giusta nei miei confronti.
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