Visualizza messaggio singolo
Vecchio 23-12-2010, 17.39.22   #2
diamantea
Cittadino/a Emerito/a
 
L'avatar di diamantea
 
Data registrazione: 29-03-2010
Messaggi: 3,267
Predefinito

Parto da qui nella speranza di riuscire a chiarire ed esprimere ciò che mi macina dentro da un pò...

Citazione:
Originalmente inviato da Uno Visualizza messaggio
In sostanza quando iniziamo qualcosa da fermi c'è bisogno di una forza maggiore a quella che serve per tenere in movimento quella cosa.

...La forza maggiore può avere diverse origini, per esempio l'incitamento di qualcuno, un forte desiderio, una attenuazione delle forse oppositive nella direzione in cui vorremmo muoverci, etc.
Questo significa che se non arriva la forza maggiore tante occasioni vanno perdute, tante idee non vengono portate avanti, lavori non iniziati, parte della vita non vissuta...
Ma questa forza maggiore ci arriva? la cerchiamo in modo più o meno cosciente? possiamo con la volontà cercarla?

Ed a volte la sola volontà di cercare non basta, o perchè non si cerca nel posto giusto, o perchè si rinuncia a cercare, o perchè sembra che in casa non ci sia mai nessuno quando bussiamo.

A volte ancora quando si avverte che si fa per forza maggiore spesso finito il compito si abbandona, come non si avesse abbastanza forza per continuare senza quello che arriva dall'esterno.

Ci sono molte situazioni in cui non si riesce a fare nulla se non c'è qualcuno che ci spinge, o una motivazione forte che ci costringe a continuare in quella direzione.

Ci sono persone che trovano facilmente ed altri che non trovano mai.
Parli di forze oppositive... ma da dove arrivano? possono anche essere i desideri contrari di chi ci orbita intorno che hanno molta forza di contrasto? Spesso la chiamiamo malocchio o invidia.
Oppure c'è la prova di ognuno che deve misurarsi affrontando lo sforzo più di altri? Quella che noi diciamo buona o cattiva stella?

Mi sono accorta che dentro di me esiste l'imperativo negativo dell'invecchiamento. Non so da dove mi derivi ma mi ha sempre seguito tacitamente, il sentirmi fuori luogo, fuori età, fuori posto... e tutto ciò che devo conseguire mi costa sforzo, come se dovessi andare contro il tempo. Uno sforzo che dentro di me deve culminare nel riposo (eterno della morte).
Ne ho preso coscienza attraverso lo studio del canto, inizio bene con tutto lo sforzo necessario ma sul finire della discesa quando la tensione deve essere più forte perchè il fiato finisce io mollo, riposo come dice la maestra.
Mi sono accorta che è un fatto mentale, un convincimento che ho in altri ambiti. Ad esempio un pranzo, inizio a cucinare sforzo immenso fino al momento di servire... li cedo le armi, non sono più capace di andare avanti. Un lavoro, uno sforzo enorme iniziale, quando arrivo alla relazione finale cedo, mi abbandonano le forze.
E' come morire...

Questo urlo finale nell'opera mi costringe a tenere la tensione fino alla fine, a cui non sono abituata, mentalmente c'è un rifiuto, c'è il desiderio di abbandono, di cedimento.

Da quando ero piccola ho la sensazione di essere in ritardo, e mi procura un certo stress. E la sensazione di impiegare più sforzo di quanto sia necessario.

Mi fermo, confido in un pò di pazienza perchè faccio fatica, sforzo nel tirare fuori questo groviglio.
__________________
"Mi manca già la tua presenza, ma fai parte di me e per questo non sei mai andata via"
diamantea non è connesso