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Vecchio 28-04-2009, 19.37.46   #19
stella
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Originalmente inviato da griselda Visualizza messaggio
Io non ho mica capito se parliamo di morte dell'io oppure della morte che capita ad ogni essere vivente alla fine dei suoi giorni.
Sono paragonabili?
Ricordo un racconto che ci avevi fatto leggere di un'esperienza (era linkato) di una persona...deve essere qui in forum da qualche parte ma non ricordo più dove.
Molto tempo fa una persona mi disse che in quel momento dobbiamo saltare non aver paura e saltare, ma io mi sono sempre chiesta saltare dove?
Bon chiedo scusa se non ho seguito il filo del discorso ma mi è ostico e faccio fatica ad entrarci.
Mi dispiace anche perchè vorrei capire ma non ce la fo.
Io penso che si tratti di passaggi obbligati che dobbiamo fare nella nostra vita, in cui viene distrutto ciò che era prima per far posto a qualcosa di nuovo.
Ognuno di noi, nella vita, deve confrontarsi con una doppia distruzione, con una doppia caduta (a livello fisico e a livello spirituale), con un doppio nascondersi di Dio. Dice un verso del Deuteronomio (31,18): "Poichè in quei giorni nasconderò doppiamente il mio volto".

Si tratta di una doppia crisi, sia a livello di vita pratica che di fede interiore a livello umano, come un'iniziazione, cosa che è accaduta anche ai Santi, tutti hanno provato ad un certo punto l'angoscia e la paura dell'abbandono, attraverso la quale si deve passare se vogliamo il merito di ritrovare la strada, ed è come morire e rinascere, la distruzione del tempio e la sua ricostruzione.

Nella morte fisica come nella nascita penso che quasi nessuno sia perfettamente lucido da vivere quel momento di passaggio, alla nascita perchè non si hanno elementi per sentirlo anche se inconsciamente conserviamo traccia di quel passaggio, alla morte perchè pochi sono perfettamente lucidi in quei momenti...
Almeno io lo interpreto così, ribadendo il fatto che comunque il passaggio della morte lo compiamo da soli.
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