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Vecchio 14-06-2011, 09.20.37   #9
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Non so che pesci pigliare.

Mio figlio continua coi dolori anche se non intensi pur attenendosi alla dieta. E' impaurito, la gente è tanto informata, gli raccontano di tutto, tutti sono medici o detrattori della medicina.
"se non ti operi ti può venire la pancreatite" "Operati, ma sappi che dopo non potrai mangiare lo stesso, dovrai prendere il farmaco a vita" .
Suo padre gli ha detto "inutile che ti operi, la mente scaricherà in altra sede sul tuo corpo". Non so se sia vero ma so che una alternativa se non quella di vedere nel mio rapporto con lui non è stata proposta.Me lo ha detto in tono semiserio in presenza di nostro figlio, ho ribattuto che tanto non credo di sapere essere una madre migliore. Limiti ne ho avuti, ma siamo a mare allora, è sparare a zero, così è facile non raggiungere nessun rimedio, le cose tra madre e figlio vanno come vanno, bisognava nascere altre persone ora!
Devo stare concentrata sul problema, lascio stare ciò che mi si potrebbe smuovere.
Non sono contro la medicina allopatica, ne credo che medicina orientale, omeopatica che sia, o quantistica possano realmnte curare certe cose. Una cosa certa è che è tutto sbagliato l'approccio con la cura delle malattie spesso e volentieri, si ragiona a compartimenti stagni, non vedo le condizioni perchè si affrnti con integrazione ciò che l'uomo ha conquistato per curare la salute. Siamo civili ma violentiamo il corpo con la medicina che i nostri dttori ci prpongono, e oggi, anzi non so da quando, si è aggiunta anche la voce "protocollo" " responsabilità medico legali" . Si taglia e via. Si sterilizza tutto il corpo con antibiotici da cavallo. Mio figlio ha fifa sia di curarsi che si non curarsi, così ieri a tavola il botto tra noi due. Mi accusa di farlo sentire più malato, di osservarlo, di mettergli davanti solo interventi estremi.Il tutto perchè gli ho proposto la visita da un chirurgo, anche solo per essere informati in modo più preciso sui rischi o sulle possibilità di convivere con i calcoli.

Mi dice che sa già la risposta, l'unica che un chirurgo può dare e che altri medici hanno dato.

Così ho lasciato che entrambi potessimo dare voce all'ansia, ho pensato fosse meglio e cominciato io con una reazione, dicendo che sono preoccupata per lui che adesso però non gli chiederò più come stà, ne cercherò medici, se vuole è adulto, che lo faccia da solo. Gli ho ricordato che mi ha chiesto lui nel momento del dolore acuto e persistente la visita da uno specialista. Ho detto che si avvalga pure delle medicine alternative ma che lo faccia e che comunque,si, io non posso non tenere conto delle mie idee in merito perchè c'è chi la pensa in un modo e chi in un altro riguardo le cure di certi disturbi. Ha risposto alla provocazione, mi ha detto delle parole dure, che lo faccio star male mentre già sta male e a mia volta dopo averlo fatto sfogare ho urlato che si, si urli che è melgio, e che esca dallo stato catanonico di rassegnazione a star male in cui si trova . E' uscito di casa, io sono rimasta sopportare il disagio per l'accaduto. Dopo tre ora l'ho chiamato per dirgli della cena , è tornato , abbiamo mangiato in silenzio, era più rilassato. Ieri sera quando sono rincasata non sono entrata nella sua stanza, poi è venuto lui con la scusa del gatto, l'avevo sentito parlare alla sua fidanzata di come si sente aggredito da tutti a causa che sta male. Spero oggi stia bene

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