Discussione: l'emigrante
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Vecchio 29-09-2010, 11.05.15   #21
dafne
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Come un emigrante in viaggio di ritorno passeggio per Ermo e piano piano riprendo confidenza con le vie e le piazze e le persone che mi sembrano così diverse adesso, non sò perchè.

Mi sento come se non fossi nè dentro nè fuori e considerando che proiettiamo all'esterno quello che non riusciamo a vivere dentro (e speriamo di aver capito giusto almeno questo) mi trovo di fronte alla sconcertante sensazione di non avere un ruolo, mi adatto a quello che mi danno o a quello che serve al momento.

Il che di per sè è un pregio, sapersi adattare all'ambiente permette la sopravvivenza sì ma anche l'evoluzione.
Però è anche un enorme difetto se mentre ti adatti perdi da che punto sei partito e l'adattamento successivo parte da un adattamento e così via, finchè alla fine non hai altro che un mix di posizioni e non sai più che pesci prendere.

Discorso strafatto, lo so.

Evidentemente non a sufficienza, sono tornata indietro per quel che ho potuto/voluto e su certe dinamiche mi sono soffermata a lungo ... non avendo ancora ritrovato dentro di me una casa mi stanca moltissimo questo continuo avanti indietro che faccio con il mondo.

Come Ermo, mi manca ci torno e non mi ci ritrovo e parte è colpa mia e parte è semplicemente evoluzione. Nessuna premeditazione, nessuna esclusione, nessun voler lasciare indietro.

Semplicemente la vita che scorre e gli avvenimentio che passano, come acqua intorno a un masso (io ) passando tutt'attorno e non solo da un lato.

Quindi adesso sono qui, con una valigia in mano, non so dove mettermi ma non voglio ripartire e nella vita è lo stesso temo, mi preparo la valigia, parto (ma parto?), soffro e torno e quando torno vorrei ripartire.

Metaforicamente parlando ovviamente.

Sono un pendolo e pure la campana..ahahhaah apposto siamo.
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