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Vecchio 28-02-2005, 20.26.54   #16
jezebelius
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Ciao UNO.....TTO,........
veramente la domanda alla quale tendevo fare riferimento è:" Cosa è la nostra vita e come la si puo vivere"?
Mascherata dalla inconoscibilità della vita stessa è vero che un soggetto vivrà in relazione a ciò che gli è stato insegnato e porrà le questioni in relazione al dogma sociale nel quale si viene a trovare.
Se nascerà ad esempio in India sarà condizionato ovviamente a quel tipo di società, diverso invece se sarà in Giappone.
In sintesi l'elemento sostanziale risulta essere il motivo "esterno" ovvero "Tu sei quello che vivi".
Posto ciò tendiamo sempre a dare un inizio ed una fine( nascita e morte) e in questo " intermezzo" quello che - sul piano materiale - siamo abituati a fare è scandire il dove e il quando - rapportandolo all'obbiettivo che la società ci ha "imposto" - in altre parole non mettiamo in relazione anche gli altri due momenti ovvero il Come e ( che per molti potrebbe anche non avere senso) il Cosa.
Una nuova consapevolezza a mio avviso tenderebbe a creare una altrettanto nuova percezione che, prescindendo dalle legature sociali, affinerebbe di molto la percezione di un parametro che fondamentalmente è una convenzione soggettivizzata - certo adottata da millenni dall'uomo anche come punto di riferimento( ad esempio prima si stabiliva la precessione degli equinozi quale passaggio del tempo) - ma che in quanto tale l'abbiamo di fatto collocata all'apice della nostra esistenza.
Il discorso che tento di affrontare non pone le sue basi nel perdurare delle azioni poichè concetto vacuo ma nell'operare le azioni.
Quello che intendevo dire è che si potrebbe anche non adottare il tempo - come avviene nella popolazioni che poco sopra Tu hai citato - quale parametro e quindi abbandonare i punti di riferimento " finiti" che la società col suo progredire ( regredire in tal senso) ci impone.
" Se non sapessimo quanto dura la nostra vita" è riferito al fatto stesso che nessuno - prescindendo da doti paricolari ovviamente - possiede la consapevolezza - se non scoperta - di una vita che deve essere rivolta, più che al raggiungimento di un qualche obbiettivo materiale, alla riscoperta di una essenza ed in base a questo esperire la sua vita.....
Un saluto.........
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Dr. Marc Haven
“Non deve essere l’alba di luce che deve iniziare ad avvisare la tua anima di tali doveri giornalieri e dell’ora in cui gli incensi devono bruciare sui fornelli; è la tua voce, solo lei che deve chiamare l’alba di luce e farla brillare sulla tua opera, alfine che tu possa dall’alto di questo Oriente, riversarla sulle nazioni addormentate nella loro inattività e sradicarle dalle tenebre in cui versano.”
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