Discussione: Medicina difensiva
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Vecchio 14-05-2010, 17.26.57   #4
diamantea
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Il consenso informato non toglie eventuali responsabilità di somministrazione di terapie ma informa il paziente dei rischi connessi, questi può accettarli o rifiutare l'esame, in questo caso tutela il paziente nel libero artibitrio verso la propria salute e mette al riparo il medico per aver somministrato terapie o esami invasivi senza il consenso del paziente stesso.

Il consenso informato o la tutela della privacy è un fattore generale che regola i rapporti con il pubblico.
Ma rimanendo nel 3d, credo che il sistema giudiziario in Italia stia copiando quello americano, dove si fanno cause anche se oggi piove ed io volevo il sole.
La gente specula ovunque, anche sulla propria salute pur di racimolare qualche soldo extra e sentirsi più "furbo".
Togliendo i casi limiti delle truffe oggi i medici si trovano a doversi difendere da quella pseudo cultura di cui parla Uno. La gente legge e si fa le diagnosi da sola, poi va dal medico e pretende prescrizioni per esami o terapie solo perchè ha letto da qualche parte che fanno bene, o perchè l'amica ne ha trovato giovamento ecc...

Quando tutto poi va bene il medico è un santo, un benefattore, quando qualcosa va storto quello alla meglio è uno "scarparo"! (calzolaio)
Ecco che scatta il fattore businness, si cerca l'affare sul danno alla salute vero o pseudo che sia.
I medici si cautelano, molti lo fanno eccessivamente anche quando non c'è la necessità ma poi succede un qualcosa che fai del bene e ricevi lo stesso una denuncia per invidia dell'amico o altro e allora si applicano le leggi alla lettera e al diavolo la gente anche se soffre. E' una giungla, si gioca in difesa, la propria dagli attacchi esterni. Il malato diventa un potenziale nemico che può colpire in qualsiasi momento. Poi fatta la nomea... Allora giù con esami invasivi e costosi per la sanità, ma anche in tiket per l'utente, estenuanti e scomode attese in astanteria in osservazione per le ore minime per non essere denunciato, se poi muori dopo fatti tuoi.

Anche per le prescrizioni dei farmaci limitate ad un pezzo per ricetta... si vuol risparmiare sull'eventuale guarigione che interrompe la cura prima che la seconda scatola finisce o cambi il farmaco in terapia..
Chi ci va di mezzo è soprattutto il cronico costretto a fare pellegrinaggi settimanali verso lo studio medico e la farmacia, ma anche il medico che si vede lo studio pieno di gente rallentando la fila di quelli che veramente hanno bisogno di essere visitati.
I soldi così risparmiati è sicuro che verranno sprecati altrove...

Anche l'iter burocratico per ottenere presidi e ausili è elefantiaco, da un lato fa risparmiare alla sanità perchè con il tempo che fanno perdere dietro tutto il cartaceo richiesto nel frattempo sei in ritardo con la fornitura e non ricevi ciò che ti spetta di diritto, dall'altro mantenere tutto quel personale, spesso imboscato, strutture e uffici compresi, che serve per risparmiare è già un onere non indifferente.

Il risultato è che alla fine chi paga i pesci siamo noi, i lavoratori che vedono aspirate le tasse dagli stipendi per coprire i buchi scavati dagli squali.
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