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Vecchio 25-01-2008, 10.36.21   #11
Uno
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Originalmente inviato da Shanti Visualizza messaggio
Ora che ci penso ho più la tendenza ad accogliere gli ospiti in cucina che in salotto.
Da una parte può essere segno di maggiore ospitalità ed intimità, la cucina dovrebbe essere una cosa intima, una cosa che per quanto prefettamente messa in ordine ha sempre qualcosa fuori posto, è comunque un laboratorio.
Dall'altra dagli anni 60 in poi nell'immaginario collettivo il soggiorno (prima soltamente sala da pranzo con eventuale salotto a parte in altra stanza, poi riunito insieme nel soggiorno per motivi di spaio) da semplice luogo di accoglienza è divenuto simbolo di rappresentanza della famiglia, arrivando al paradosso a volte (non sto parlando di te in particolare) di tenerlo talmente da conto da non usarlo, per la serie "e se capita l'ospite più importante?".
Inoltre la cucina se ha un capello (metaforico) fuori posto è scusabile, un soggiorno se non è perfetto è un'altra cosa, questo può influenzare molto e rendere tale stanza un sancta sanctorum, dove vive solo l'idea di quella famiglia, l'idea che si vuole dare di quella famiglia.
Conosco famiglie che non vanno neanche a vedere la televisione in soggiorno dove magari hanno un plasma da dodicimila pollici, cenano e poi continuano a vedere nel tv (solitamente, o spesso, piccol0, tipo 14 pollici) della cucina fino all'ora di andare a letto.
Ovviamente c'è anche chi lo usa, alcune generazioni più giovani generalmente.

Un modo, di origine piuttosto contadina, dice che per capire molto di una famiglia devi vedere come tengono il giardino, vale ancora ove ci siano i giardini, ma nei condomini, dove i giardini sono asettici, impersonali e tenuti da personale che lo fa per mestiere (altrimenti si può capir qualcosa della collettività di quel condominio, generalmente piccolo) il soggiorno, che solitamente si affaccia all'entrata (per risparmiare lo spazio del disimpegno) è il biglietto da visita della famiglia
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