Discussione: la superbia
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Vecchio 05-05-2009, 10.07.18   #23
dafne
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Originalmente inviato da Sole Visualizza messaggio
Ci vuole una gran forza in realtà per accettare certe nostre dinamiche. Accettare non vuol non avere più tensione/stress, ma responsabilizzarsi. E' un altro tipo di stress più mirato che non fa disperdere energie ma le focalizza verso un risultato. Per questo dico responsabilità, perchè fintanto che non accetti di essere in quella maniera, puoi trovarti mille spiegazioni per giustificare i tuoi atteggiamenti.
Detta così è molta teoria e poca pratica... ma per me è così. Ho scoperto anche io da poco che l'accettazione è come un molla verso la soluzione.
Ultimamente in forum diciamo spesso che generalmente in noi ci opponiamo a qualcosa di noi stessi che non ci piace venga visto all'esterno e tantomeno possiamo ammettere con noi stessi di essere in tal maniera, proprio quella maniera che non vogliamo essere -ma siamo- , che non vogliamo gli altri vedano -ma vedono-.
Ci nascondiamo a noi stessi e al mondo ma non c'è proprio niente da fare, torna sempre perchè lì c'è un muro contro cui sbattiamo, la mazzetta per abbatterlo è appunto l'accettazione.
Se proprio dovessi stilare un catalogo delle cose da fare (e non è detto che sia giusto, è sottpposto a critiche e ben vengano.. anche se sono superba e permalosa) direi così:
Osservazione - mi tengo d'occhio
Riconoscimento - vedo il muro
Ammissione -ammetto che quel muro è mio e me ne ricordo, è mentale
Accettazione - sono quel muro, fa parte di me, non lo odio più ma anzi inizio a comprenderlo in me, poi anche ad amarlo, inizio a conoscere me stesso con il cuore.
Osservazione -osservo quel muro e le sue dinamiche senza più oppormi, non ho più paura di vedermi..

Dopo dovrebbe avvenire il cambiamento ma onestamente non ho afferrato il momento in cui qualcosa cambia. Fa parte di un Lavoro di conoscenza di se e all'improvviso avviene qualcosa per cui ti accorgi di essere cambiato. Ma secondo me non è tanto importante toccare il momento del cambiamento ma piuttosto capire che questo inizia nel momento in cui accetti quello che manifesta la tua sovrastruttura e al momento sei quella sovrastruttura.

Insomma se il Lavoro è su di se, ma non si accetta di essere in certa maniera, manca la materia da Lavorare, resta tutto solo mentale.

Grazie Sole
Dificile osservarsi, riconoscere..ufff...ma ammissione e accettazione sono ancora più ardui.
Stavo pensando che fossero la stessa cosa, ossia ammettere di essere equivale accettare di essere e invece non è così vero?

Sarà che è una visione di me "nuova", mai considerata, ma mi par di vedere la superbia come molla iniziale di ogni cosa, ogni spinta...

William parlava di accettazione come purto di partenza, come un modo per non caricarsi di troppo stress, ottimo punto di vista..
Non è che l'accettazione rischia di diventare una scusa? Del tipo "eh ma son fatta così..pace"

Insomma io mi rendo conto che alle volte mi dico "tanto son così e così mi considerano gli altri..non posso cambiare..resterò sempre uguale"
(che se vogliamo è superbia pure questa, son così, resto così perchè a me e agli altri va bene così.. o almeno questo è quanto, con superbia, ho deciso che pensino di me . ..e guai a chi mi dice che posso cambiare ..mah...un mettersi al di sopra persino del cambiamento..ok ok esagero..)

Quindi è ammissione ma senza cadere nella pigrizia..ebbeh si tu parli di lavorare mica di riposare...

Eppure ho ancora la sensazione di non aver fatto tutti i collegamenti...o forse è non aver accettato...o pensarci troppo...
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