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Vecchio 25-04-2010, 23.03.46   #161
Ray
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Originalmente inviato da Edera Visualizza messaggio
Ok grazie mille.
Io avevo pensato a qualche connessione con l'erica la pianta ma c'è la k..
La k non è un problema, anzi l'opposto e la connessione con la pianta a mio avviso c'è, ... proprio per questo però arriva la complicazione, ma andiamo con ordine.

La prima cosa che ho pensato è che Erica fosse il femminile derivato di Erico o Errico e che fosse quindi una forma diversamente assimilata di Enrico. Sbagliato... o meglio, giusto a metà.

La base del nome Erico è lo svedese antico Eriker, il moderno Erik (come il vichingo). E' un nome composto e la seconda parte è la stessa che per Enrico, ossia il germanico rik, che significa ricco, potente, ma in origine signore, dominatore. Quindi, su questo punto, valgono lo stesso discorso e le stesse considerazioni che ho fatto per Enrico, al post 117, qui.

Però la prima parte è diversa e sussistono due possibilità etimologiche, entrambi a mio avviso valide e senza che nessuna presenti argomentazioni tali da renderla favorita sull'altra.
La prima possibilità è che si tratti di di ein- (quindi ein-rik) che significa "uno, unico" e che sta alla base dell'unus latino, del gotico ains, tedesco ein, anglosassone an, inglese one.
Il significato sarebbe dunque "unico signore/padrone" e le considerazioni esoteriche che potremmo trarne sono del tutto simili a quelle di Enrico, con la particolarità della specifica dell'Uno. Questo però avrebbe particolare senso solo in campo sociale, dato che in campo iniziatico dire padrone di se e Uno è la stessa cosa.
L'altra possibilità è che la prima parte del nome sia l'antico prefisso svedese e-, corrispondente al gotico aiws-, islandese ey- e che vuol dire "sempre".
Il significato sarebbe dunque "che è sempre signore" o "padrone per sempre" che invece del primo caso, dal punto di vista iniziatico, ha più senso. Non sarebbe infatto solo l'augurio di raggiungere il grado di perfezionamento corrispondente, ma anche la sua stabilità e durata sempiterna... quindi il nome non ha solo valore iniziatico ma anche realizzativo (come augurio ovviamente)... insomma un po' più di Enrico.
Queste argomentazioni, che però sono interpretative e non etimologiche, mi fanno preferire la seconda opzione alla prima.

Ma l'erica, la pianta? Eggià... il suo nome deriva dal verbo greco ereiko (vedi che la k...) che vuol dire "rompere, spezzare" perchè l'erica è più forte della crosta di terra o di neve che la ricopre, infatti la buca agevolmente.
La calluna vulgaris (nome scientifico) era detta anche bruco, da brucus, termine tardolatino di origine celtica che designava appunto questa pianticella dalle foglie molto piccole. Da brucus è derivato il termine brughiera, dove l'erica riesce a vivere meglio di altre piante nonostante il terreno povero, acido e arido.
In realtà la pianta è molto ricca e le sue radici venivano usate (forse ancora) per fare delle pipe pregiatissime, mentre i fusti venivano riuniti per farne delle scope, le famose scope di brugo.
Una leggenda tedesca vuole che i piccoli fiori a forma di copricapo elfico, quelli bianchi però, siano dei portafortuna. Se a coglierli è una ragazza essa certamente troverà marito entro l'anno.


Ora, il nome Erica deriva dalla femminilizzazione di Erico o dalla pianticella? Non lo so. Paradossalmente è più difficile stabilire derivazioni moderne che antiche... le motivazioni e i tempi della comparsa del nome italiano mi sono ignoti.
Tuttavia se facessimo derivare il nome dalla pianta, esso evocherebbe una particolare forza racchiusa in un corpicino apparentemente delicato, ma la quale forza ha la capacità di vivere e prosperare in condizioni di difficoltà... chissà, magari per diventare "signore per sempre" di se stessa.

In ogni caso, propendo per la derivazione non vegetale del nome.
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