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Vecchio 08-11-2007, 18.03.24   #28
griselda
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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
sai Gri, io un pò quest'altalena la sto superando, me ne sono resa conto leggendoti e mi ha stupito moltissimo rendermi conto che mi pensavo ancora in questa fase mentre in realtà avevo già fatto un passetto più in là, solo un passrtto eh ma l'ho fatto...è curiosissima sta cosa, facci caso anche in te nei prossimi giorni...siamo così "abituate" a viverci a conoscerci in un certo modo che non realizziamo subito che qualcosa è cambiato in noi...chissà se si arriva al punto che quel tale atteggiamento neanche lo riconosciamo come nostro..
Premetto che non so mica se ho capito tutto tutto colpa mia eh (anche sta cosa del capire a volte non lo dico ma non ho capito niente di quanto è stato scritto invece dovrei metterlo non ho capito non rispondo per questo o fare domande, invece di nascondermi. Vabbè alle volte poi credo di aver capito ed è proprio il contrario. Ah la comunicazione questa sconosciuta )

In effetti alcuni atteggiamenti sono cambiati, quando ho raccontato all'inizio descrivevo proprio l'inizio ora va meglio sempre che non mi lascio andare ma devo mantenermi "osservata".


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Originalmente inviato da dafne Visualizza messaggio
C'è un'altra cosa che volevo raccontare, la vedo in me per cui non lo so se è anche in te cmq..tutto aiuta
Tutto sto caos, tutta sta confusione, questo non contenere le emozioni è un "non dire" che alla lunga non riusciamo più a sopportare e magari (ma parlo a me quindi non è un'accusa) questa emotività incontrollata è un pò un ricattino che facciamo agli altri, agli altri perchè non siamo riuscite a prendercela con chi dovevamo, con mamma e papà, perchè in fondo non è colpa loro, (o perchè li temiano come bambini? mah)perchè magari nella testolina di bimbo si è formato quel pensierino malefico, di non essere abbastanza , e ci sentiamo soli, ma non lo siamo ( cattivella questa...), però quel vuoto c'è eccome e quindi...via coi sensi di colpa, che iniziano a ballare il walzer nello stomaco e poi aumentano il ritmo fino a scombinare tutto...
Ho visto anch'io quel film sai? Un ponte per Teracosia ( )
anch'io mi sono sentita stretta in una morsa...ma cos'è che non è stato compreso in noi? Te lo sei chiesto? Al di là del papà che non apprezza e coccola il figlio, in cosa il bimbo non veniva valorizzato? Cosa che invece ha fatto la ragazzina...cambiare punto di vista alle volte può fare molto
ti chiedo scusa se ho detto cose in cui non ti ci ritrovi (così mi faccio una dose di approvazione quando mi rispondi ) ma non lasciarti travolgere dal dolore, ci ho sguazzato per anni, fidati, non serve...facile dirlo adesso ma, siamo qui no?
Ecco il pezzo un po' ostico non so se ho capito bene.
Io ad esempio mi chiudevo perchè anche se parlavo non venivo compresa. Provavo rabbia e scappavo. Con il tempo è divenuto più facile scappare che affrontare, tanto trovavo la via di fuga altrove in altre cose, ma me la raccontavo e non lo vedevo.
Il piangere poi per me o il manifestare le mie emozioni l'ho sempre vissuto come una forma di debolezza da cui scappare.
Non accettare questo mio modo di essere e relegarlo in qualche recondito anfratto faceva si che poi scoppiassi senza un'apparente ragione. A chi stavo di fronte dovevo apparire fuori di melone.
Ora ci sto provando a dire a mostrare che sono umana e non supergirl, mostrandolo agli altri lo vedo anche io.

Per quanto riguarda la solitudine ho provato ad indagare dentro di me.
Mio padre da bambina mi ha viziato tantissimo non tenendo conto dell'opinione di mia madre. Poi per varie vicessitudini questa cosa è stata troncata di netto. Basta cocca di papà, basta vizi e proiettata ancora bambina nello spazio senza riferimenti. Con solo la mamma arida di sentimenti.
La mia pare diventata una ricerca ossessiva di quel periodo in cui tutto veniva scusato, i miei comportamenti, le mie marachelle venivano coperte da mio padre. Io ero il "genio" di famiglia fino a al momento prima dell' "abbandono"
Mi sento come se avessi vagato per un certo periodo della mia vita alla ricerca di quel paradiso perduto dimenticandomi della realtà e di crescere. Come a voler ricreare in qualche modo un qualcosa che non c'era più e mai più ci sarebbe stato se non lo avessi io creato al mio interno e non fuori. E quando non lo trovavo fuori piangevo come allora per l'abbandono e la solitudine invece che tirarmi su le maniche e dirmi: we ciccia puoi fare da sola ora sei grande fuori è ora che cresci anche dentro. Papino che ti copre il culo non ci sta più ora alzanti e cammina con le tue bambine sante.

Chissà se ci ho preso mah
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