Discussione: Il paradiso perduto
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Vecchio 02-01-2011, 03.02.46   #3
webetina
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La favola era una delle tante, e considerando il contesto di minore benessere tra la gente quando ero bambina, vi erano messaggi importanti. Quel temerario padre che sfida le fate era solo un ciabattino che guadagnava troppo poco e nella premessa era sempre descritta la miseria, la mancanza di caldo e di cibo, fin anche di un cappottino per i bimbi, perché ci fosse il contrasto con i doni poi acquisiti. Quella moglie spettinata e con abiti laceri, che non puliva la casa perché non aveva nemmeno il sapone per pulire, ignorante e credulona ,passa a nuova vita perché sa perdonare mastro Giuseppe, che ritorna dopo averli abbandonati in quella disperazione e in quella fame. Ogni volta i particolari erano inediti. Lui che fa la sorpresa nel cuore della notte, con involti in mano pieni di cose buone da mangiare, un’altra volta c’èra anche un anello, o una sciarpa per i figli.
Man mano aggiungeva pure i tesori trovati nel palazzo: monete, gioielli, statue, un'altra volta aggiungeva abiti nuovi e giocattoli di ogni genere. Eravamo insaziabili, chiedevamo " nonna ancora" , e lei inventava e quando si stancava ci proponeva una merenda.
La nonna coltivava le amicizie, e una fitta corrispondenza manteneva vivo il rapporto con la figlia lontana, la zia di Milano, che immancabilmente a Natale faceva arrivare il pacco delle delizie, un pacco grande, pieno di tutta la cioccolata acquistata in Galleria alla Motta.
C’erano barrette di vari gusti, monete, figurine di cioccolato che appendevamo al presepe e man mano mangiavamo. Durava un mese intero la festività e anche le amichette del vicinato ne godevano, la nonna era generosa, ma non sprecava, ci faceva gustare le cose senza farcele troppo desiderare. Si cantava ai pastori, le luci dentro le casette mi facevano immaginare altrettanti focolari domestici, buoni e sicuri. Io ci vivevo in quel presepe, immaginavo la vita quando vi scorreva un tempo e pensavo a quanto avrei voluto esservi anche io, con quel ruscello, le pecore, la paparella con la testa che si muoveva, e mi piacevano le scene dei mestieri: il fabbro, il panettiere, la filatrice, la lavandaia e altri.

Segue...

Ultima modifica di webetina : 02-01-2011 alle ore 03.11.04.
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