Discussione: Il paradiso perduto
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Vecchio 04-01-2011, 16.55.12   #6
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Le guide spirituali.

Ormai avevo dodici anni, ero una ragazzina interessante, e lei, mia madre, vedeva già l'indole di buona ascoltatrice e allieva, così pensò bene di farne il suo gioiello, e di affidare la cura della mia anima all'arciprete della Chiesa Madre, bellissima chiesa per inciso. Credo che lei amasse quest'uomo, come tante altre fedeli, non posso dire che tipo di amore fosse, ma lui indusse in lei il forte desiderio di elevarsi, di riscattare le sue modeste origini, di dare senso alla sua insoddisfazione di donna che non avrebbe preso ciò che meritava il suo spirito di sognatrice e la sua magnetica bellezza. Immagino che la inducesse ad una fede più intensa per dar meno peso alla poca felicità col marito e la suocera. Mi fece vestire con cura, mi pettinò, non avevo più i capelli a maschio, mi portò in chiesa, e mi presentò alla responsabile dell'azione cattolica, con la quale passai molti anni in attivismo, lei mi portò nell'appartamento del prete, e mi lasciò sola. Ero timorosa, aspettai, era una stanza studio, ordinata, con tanti libri alle pareti. Lui si presentò e si sedette dall'altro lato della scrivania dove ero già in attesa. Che sguardo che aveva, gli occhiali sottili con il nero solo sopra, rimarcavano lo spessore delle sopracciglia, io trattenevo il respiro, mi feci piccola e buonissima. Un prete che lasciò il segno nei cittadini che frequentarono la sua parrocchia, anche uomo di un certo valore, insegnava lettere al liceo classico. Le sue prediche erano taglienti, forti, senza sconti per gente che pensava molto alle apparenze; invitato dalle migliori famiglie. Mi faceva solo paura, aveva puntato il suo sguardo direttamente dentro di me. Vi lessi tutte le sue aspettative, sicuramente infinitamente sproporzionate. Mi sorrise, rilassato, mi chiese se aiutavo la mamma, se la mattina rifacevo il letto prima di andare a scuola, io candidamente risposi si, ma candido di sicuro ci fu solo l'instinto alla difesa, perchè stavo mentendo spudoratamente, io era la leader dei perditempo, che poi non era tempo perso, anzi lo impiegavo molto bene a giocare. Ma ero sicura che la risposta giusta da dare fosse quella.Lui mi credette e fu la cosa peggiore che potesse accadermi, uscendo da lì, sollevata dalla sua presenza che suscitava turbamenti forti in me, io mi ritrovai divisa in due, già peccatrice per via della menzogna nonostante ciò che intravvedevo nel suo ideale per me, che era anche l'ambizione di mia madre, potevo riconoscerlo in qualche modo interessante. Ma non avrei mai dato i miei pensieri, mia madre era lontana dal capire la mia vera essenza, desideravo restare un essere naturale, creativo e spontaneo. Mi serviva una guida, ma che mi chiedesse innanzitutto cosa è che volevo per me. Fu tutto il contrario, riuscirono a condizionarmi, un fuoco spirituale religioso si accese, fu una porta verso il divino e allo stesso tempo la mia croce per alcuni anni. Riuscii a parlare con Dio, ma mi aveva mandato dei vicari superbi, e non potevo che dissociarmi più in là. Ma se è quello che ho creduto Egli fosse, sicuramente continuerà a guardarmi con simpatia, fui una ottima servitrice.
La mia guida spirituale non visse a lungo, aveva cinquantacinque anni quando morì, vidi piangere sommessamente le sue predilette, per mia madre fu un lutto, e per anni citava con me, credo solo con me, ciò che lui aveva detto e lasciato scritto per le mamme. I suoi insegnamenti furono impressi a noi che frequentavamo attraverso le giovani donne che aveva formato, una in particolare, la signorina R, alla quale piaceva molto il paradiso che io andavo cercando e creando, quello terreno e ne godeva, ma più in là, divenute, amiche non accettò la separazione da mio marito, mi condannò, non si dava pace per il futuro della mia anima e mi costrinse ad allontanarla. E' morta un anno fa e fino alla fine ha parlato al marito di me, si era poi sposata, non andai a trovarla, nè lei lo chiese, del resto dovevamo goderci in vita e in buona salute, che senso avrebbe avuto per lei e per me se non c'era stato nessun perdono...
Avevo molte risorse, passò ancora un pò di tempo prima che tutte le colonne dell'eden venissero erose, nella canonica della chiesa madre, specie nel periodo natalizio, per settimane gustai ogni tipo di sensazione. Avevo una traccia nuova, amici nuovi, ci sentivamo nel giusto e protetti, le attività erano un modo per avere maggiore libertà da casa, e non era da trascurare il nuovo amico Gesù.
Non eravamo ancora a casa nuova, mi muovevo ora da una nonna all'altra, poi in chiesa, poi le gite con la signorina R, mollavo un pò di più le mie sorelle, ma poi mi rifacevo, a loro dedicavo le mie invenzioni migliori.


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Ultima modifica di webetina : 04-01-2011 alle ore 17.16.51.
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