Discussione: Il paradiso perduto
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Vecchio 05-01-2011, 17.52.24   #9
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Mia madre si faceva più matura mentre io avevo dieci anni e lei trenta, questo prima che mi affidasse ai cattolici, in pieno paradiso, e da lì prendo il primo ricordo di lei che mi parla da madre a figlia maggiore.
Prendeva in gestione il negozio della sorella che aveva avuto un bambino, in un'altra cittadina, non sarebbe stata via tanto. Ci lasciava soli con nonna e papà, tranne il fine settimana. Si portò mio fratello che cambiò istituto. Fu una comunicazione, mi rendeva pertecipe del suo interesse verso la cosa, della possibilità di maggiore benessere, si era in pieno sviluppo economico e anche se mettevi due mele fuori la porta, si vendeva. Un bel settore il corredo da sposa, e lei aveva molto gusto e competenza, la nonna P glieli aveva trasmessi. Mi chiese cosa ne pensassi, avrò detto va bene, che era bello avere un negozio, non ricordo, ma ho ancora l'immagine di lei sdraiata nel letto che mi parlava guardandomi negli occhi mentre attenta all'impiedi le stavo davanti, era molto seria...Eppoi non c'era motivo di sentire la sua mancanza. Capivo che non stava bene in casa, perchè a dire il vero il primo primo ricordo che ho di lei è quando sbattè contro il muro la nonna per dirle che non doveva metterla contro il figlio, mio padre. Erano due donne molto diverse, di estrazione sociale diversa, la nonna era superba, mia madre poco incline a subire inferiorità, era orfana di padre prima di nascere, ma era stata molto viziata e coccolata dalle sorelle maggiori. Da madre, fino a quel momento, accusava un dolore psicosomatico al fianco, e dormiva con panni freddi sulla parte tutta la notte. Il fastidio sparì come aveva visto bene la sorella non appena si allontanò da casa. lavorare e guadagnare per lei significò averla vinta su tutti, suocera proveniente da buona famiglia compresa. Purtroppo in questa presa di valore oltre al sourpluse di benesse ci fu anche la premessa a quella competizione con mio padre, uomo di coccio, col seme del padre padrone, scontro che irruppe, come dicevo, una volta soli a casa nuova, con una violenza inaudita, come una colata lavica dentro il nostro paradiso, e si portava via l'infanzia, l'innocenza, la sicurezza tutto sommato di una buona tranquillità. Tutto si svolgeva a tavola quando mia madre parlava dei suoi successi, era ritornata ed aveva preso un negozio vicino casa, tutto suo, e lui sentiva sminuire la propria importanza, il mito di chi è indispensabile e porta da mangiare in casa. Attacchi imprevedibili in una guerra senza fine, che distrusse non poco le nostre menti e la nostra capacità di fiducia nella vita. Presi a parte, singolarmente, erano accettabili con noi figli purchè non prendessimo la difesa di nessuno, avolte però mio padre ci voleva alleati, specialmente me, una volta sola mi disse anche " vattene, tu e tua madre" . Lui spesso aveva più torto, e lei non sapeva trattenere il mostro della esibizione. Avrebbero meritato legnate a non finire, invece, credo io da sola, mi caricavo dell'ansia tremenda della mediazione, del preverire, del controllo a che le piccole non facessero qualcosa o non dicessero la tal parola che poteva scatenare ira tempestosa con volo di piatti e parole irripetibili. I primi anni facevano anche pace con ritorno di fiamma, e la nostra felicità ritornava, poi la loro distanza di fece cronica e si abituarono solo ad un linguaggio ostile.
Chiedo scusa per essere andata in tali scene, e anche ai miei genitori; per me non esiste la colpa, e chi può dire che ne avessero se si pensa che c'è sempre un valido motivo per cui si cresce storti, c'è sempre un bambino poco amato o scioccato, o se vogliamo educato male, dietro chi sbaglia, pure con chi non ti ha fatto nulla. Anche io ho fatto del male, all'essere che amo di più, che non aveva chiesto di nascere in una famiglia per vedere separati i genitori. Eppure ho imposto a mia volta, ovviamente a mio figlio.
Amen come dice mia sorella, come dire con pazienza reset. Questo paradiso man mano sta svanendo,la prossima volta vedo di farvi una sosta magari senza divagare. Infondo ci sarà pure un motivo che mi porta a volere prendere contatto coi momenti migliori dell'infanzia, forse mi aspetto un reflusso, ma benefico, non so come dirlo meglio...

Grazie a coloro che leggendomi in qualche modo mi aiutano nel frattempo ad alleggerire il fardello che ne viene fuori. Fortunato chi non ne ha.

Ultima modifica di webetina : 05-01-2011 alle ore 18.40.25.
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